Il centrocampista della Nazionale in conferenza: “Siamo ragazzi intelligenti con la mente aperta, a casa mia lo studio è sempre venuto prima del calcio”

Matteo Pessina, centrocampista dell’Atalanta e della Nazionale italiana, ha parlato in conferenza stampa a Coverciano.
Ero il 27° di questo gruppo, mi sono sempre sentito parte. Mancini mi aveva chiesto di restare e sono rientrato dopo l’infortunio di Sensi, ma il ct sa farci sentire tutti importanti.
Inginocchiarsi prima delle partite? Non ne avevamo parlato col Galles, ci hanno colto alla sprovvista. Ora la pensiamo tutti allo stesso modo ed è questo il nostro punto di vista.
Siamo forti, giovani, abbiamo esperienza e una striscia di vittorie importantissime. Tra noi però non parliamo mai di finale o altro, ma restiamo concentrati sulla partita.
L’Italia degli universitari? Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che ha sempre creduto nello studio, questo viene prima del calcio: la partita è sempre stato il premio per aver studiato e l’ho portato avanti. È bellissimo non vivere il calcio come un lavoro, ma come un divertimento. Ormai il concetto per cui il giocatore non possa fare altro è superato: siamo ragazzi bravi e intelligenti, con tante passioni e la mente aperta. Amo giocare a calcio e spero di poterlo fare per tutta la vita.
Col Belgio sarà durissima per la loro qualità, hanno giocatori fortissimi. Ma se vogliamo arrivare fino in fondo dobbiamo affrontare squadre così. Io titolare? Noi dobbiamo pensare a farci trovare pronti, ho risposto presente quando sono stato chiamato in causa, il mister farà delle scelte e io sarò pronto.
C’è qualche similitudine tra l’Italia e l’Atalanta, la palla si muove veloce anche qui, poi diamo spazio alla fantasia, aggrediamo alti, andiamo sempre in avanti. Proprio come con Gasperini.