A Il Giornale: «I dirigenti c’erano quasi riusciti, poi la stampa e la gente hanno fatto quello che l’Uefa non ha saputo fare, cioè tenere assieme tutti i club»

Su Il Giornale, Tony Damascelli intervista Michel Platini. Si esprime anche sulla Superlega.
«La lotta tra Uefa e i club coinvolti mi fa ridere. Da cinquant’anni i club vogliono cambiare la formula. I dirigenti c’erano quasi riusciti, poi c’è stata una reazione forte, dei tifosi e dei media e così il progetto è rientrato, per il momento. La gente e la stampa hanno fatto quello che l’Uefa non ha saputo fare, cioè tenere assieme tutti i club».
Continua:
«I club hanno tutti i diritti di organizzarsi un loro torneo e di non partecipare alla Champions o ad altre manifestazioni gestite da Uefa o Fifa. Del resto era stata l’Equipe ad avere avuto, sessant’anni fa, l’idea della coppa dei campioni che gli fu tolta appunto dall’Uefa. Io sono per la meritocrazia e non mi piace dunque che si possa giocare non per meriti ottenuti sul campo. Però è anche vero che quando venne proposta l’attuale nuova formula della Champions League io votai contro, era il 1992».
Ceferin ha detto che per lui Agnelli non esiste più. Damascelli chiede a Platini se un presidente dell’Uefa possa fare una dichiarazione così grave. Risponde:
«No. So che Agnelli e la Juventus esistono e continueranno ad esistere sempre. Ceferin passa».
Sull’Europeo:
«La Francia è una nazionale completa in ogni reparto. Mai visti, prima d’ora, otto attaccanti di tale livello a disposizione del cittì. Mi piace il Belgio, poi l’Italia mi sembra interessante, quindi l’Inghilterra».
Damascelli gli chiede se c’è una cosa che non rifarebbe. Risponde:
«Rifarei tutto o forse, rifletterei su una sola cosa. Nel 1991 mi fu offerta la panchina del Real Madrid, mi ricoprivano di soldi. Non sentivo totalmente dentro di me l’amore per il ruolo di allenatore. Scelsi di assumere il ruolo di copresidente del comitato organizzatore del campionato del mondo».