Contro il Belgio la Nazionale si inginocchierà. Ma non per il Black Lives Matter. No, non lo condividono. Per solidarietà ai belgi. Roba da Zelig (sia la trasmissione sia il film)
Il colpo di grazia è “ufficiale” come solo una comunicazione della Figc può esserlo, e comincia così:
“Come ha spiegato Chiellini…”.
La Federcalcio ha deciso di rendere istituzionale la figuraccia tv del suo capitano, di promuoverne l’avvilente balbettio a portavoce. E lasciare nell’incipit di un comunicato (riportato come tale dai giornalisti, ma che in realtà è una spiegazione dettata a voce da un “responsabile della comunicazione” della federazione) – la dichiarazione da brividi di Chiellini alla Rai, prima di Italia Austria. Quella in cui spiegava perché i giocatori della Nazionale italiana non si inginocchiano appoggiando simbolicamente le proteste del Black Lives Matter:
“Quando ci sarà la richiesta da parte dell’altra squadra, ci inginocchieremo, per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra. Cercheremo di combattere il nazismo in un altro modo, con iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi”.
COMBATTERE IL NAZISMO ?!?!!?!!
Sto urlando raga. Ma che cazz 😂😂
pic.twitter.com/AX7gIy25f8— Mimi ☽ (@MimiNerazzurra) June 26, 2021
Dunque oggi la Figc informa che il Belgio ha fatto richiesta della solidarietà Nazionale, e che quindi prima di Italia-Belgio anche la squadra di Mancini si inginocchierà, “per solidarietà con gli avversari e non per la campagna in sé, che non condividiamo. I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro”.
Il nazismo, poi, “come ha spiegato Chiellini”, lo combatteremo in un altro modo. Magari con un ritiro in collina, dove i nostri nonni fecero la Resistenza e l’aria buona favorisce le ripetute.
Il cuore della nota, il concetto, è inquietante: non condividiamo il motivo del gesto ma ce lo chiedono e non saremo certo così screanzati da rifiutare la solidarietà ai nostri avversari! Ai neri, sì. Ma ai belgi no. Questione di galateo, di etichetta.
La solidarietà a chi è solidale alla causa, ma senza essere solidali alla causa. Un mostro.
Un principio che rinsalda il nostro ruolo di Zelig dell’Europeo. Una nazionale che s’adatta o mimetizza, con un disciplinare filosofico deformabile a seconda della convenienza. Zelig, non a caso, nell’accezione popolare è anche una trasmissione di cabaret. Facciamo ridere, ci teniamo. Se l’avversario si lasciasse andare al saluto nazista, l’Italia “pur non condividendo” si mostrerebbe solidale con l’avversario? Basta inviare formale richiesta. Non c’è niente che in questo paese non si rivolva compilando un paio di moduli. E’ un modo di autocertificare la nostra assurdità. E più ne scriviamo, loro peggio fanno.
Quindi con l’Austria no, loro erano rimasti in piedi e così Bonucci e compagni. Ma col Belgio tutti giù per terra, giro giro tondo. Una piroetta indegna.
Se è Chiellini il faro della diplomazia federale, tanto da sottolinearlo in premessa d’una presa di posizione ufficiale, è chiaro che tutto il resto viene giù a cascata. Non è un pasticcio dettato dalla pavidità, come credevamo. Non è stata una paurosa concatenazione di gaffe. La figura di merda è il nostro manifesto politico.