“Nel 96, da commentatore, diceva che avrebbe fatto giocare Chiesa (il papà), da ct ha atteso lo ha fatto entrare dopo quasi 90 minuti”
È stata la serata di Federico Chiesa tenuto inspiegabilmente in panchina da Mancini per 84 minuti.
Repubblica scrive di
un paradosso quasi inspiegabile: l’aver perso il posto da titolare in Nazionale alla fine della sua migliore stagione in campionato. La prima in un grande club, la prima in Champions. Un po’ come sbagliare un congiuntivo dopo una laurea in Lettere.
Repubblica ricorsa le parole di Mancini nel 96, a proposito del padre di Federico, Enrico.
«Io metterei Chiesa», diceva Mancini, in Inghilterra, durante un altro Europeo inglese: era il 1996, lui non faceva il ct ma il commentatore e quello che avrebbe fatto entrare non era il giovane Federico ma il papà Enrico. Da allenatore invece ha atteso: lo aveva mandato a scaldarsi nel primo tempo, quando Berardi scaricava palloni sugli avversari, entusiasmando l’angolo di maglie azzurre in tribuna. Federico le aveva salutate, ma poi s’era seduto. Ad aspettare un momento che non arrivava. Quando Mancini s’è deciso, i 90 erano ormai scivolati via tutti o quasi.