Un piccolo romanzo in nuce del minorese Vincenzo Gambardella. Edito da adestdell’equatore, narra gli sciauri della memoria di un microcosmo incomprensibile ai più
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Chi scrive oggi racconti che sono piccoli romanzi in nuce? Ma soprattutto, chi li pubblica e li legge, se non c’è quel circuito social-mediatico che li rende à la page?
Dopo anni leggiamo una raccolta di racconti che risponde a queste domande: s’intitola “Soluzione dei problemi del vento (pagg. 160, euro 12)” e la casa editrice è la napoletana adestdell’equatore che non è nuova a queste primizie,
L’autore? Quel Vincenzo Gambardella, un minorese che vive a Milano dove svolge un’occupazione borghese, ma che non ha dimenticato – come si potrebbe? – la sua Costiera amalfitana che fa rivivere nei suoi bozzetti alla Peppino Marotta.
Che rievochi il padre ingegnere, o un restauro di un Cristo a Santa Maria dell’Olearia; che ci parli della ricerca dell’amata Eunice o del sagrestano di San Salvatore Baldassarre che ha timore del Dragone, Gambardella narra gli sciauri della memoria di quel microcosmo incomprensibile ai più che è la Costiera amalfitana, “il primo incontro è proprio con quello scintillio, con quella profondità che assorbe ma che nello stesso tempo rifrange, per salire in verticale, come un fuoco invisibile che riverbera in cima a un campanile, o fa il giro di una cupola, o di una torre, o resiste su una cima di montagna”.
Sì, perché la Costiera è più Montiera e per capirla in profondità non si può prescindere dalla sua gente, dalle sue tradizioni ingenue e cristiane senza alcuna forma di curialismo. Gambardella fa questo inserendosi in una tradizione linguistica che ha i piedi piantati nella poesia di Sbarbaro e nella prosa e nella prosa poetica di Biamonti. Ma è a Maurizio Maggiani che fa pensare: per il rispetto della parola, di ogni parola, con cui cuce il suo ordito narrativo vivo, come una persona viva.
Vincenzo Aiello ilnapolista © riproduzione riservata