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Tutta l’Europa contro l’Ungheria omofoba, e a Monaco si teme la violenza degli ultras fascisti

14 Stati hanno firmato un documento congiunto contro la legge “discriminatoria”. E in un contesto così “politico”, l’Uefa difende il suo alleato Orban dichiarando il calcio “neutrale”

Tutta l’Europa contro l’Ungheria omofoba, e a Monaco si teme la violenza degli ultras fascisti

L’illuminazione arcobaleno di uno stadio di calcio, come forma di simbolica protesta contro una legge omofoba approvata dal Parlamento ungherese, s’è trasformata nell’innesco di una battaglia diplomatica che ha coinvolto i governi europei ai massimi livelli.

La legge contestata che ha dato il là alle proteste in Germania (a Monaco si gioca il match degli Europei contro l’Ungheria) vieta di affrontare temi legati all’omosessualità in contesti pubblici frequentati dai minori. In pratica però sarà possibile censurare libri per ragazzi che parlano apertamente di omosessualità, ma anche campagne pubblicitarie in favore dei diritti della comunità LGBT+, e persino serie tv e film famosissimi in cui si parla apertamente di omosessualità.

Dopo il “no” della Uefa allo stadio arcobaleno è scoppiato un putiferio. I rappresentanti di 14 paesi membri dell’Unione Europea, tra cui con un leggero ritardo l’Italia, hanno firmato un documento congiunto per condannare la legge definendola “una evidente forma di discriminazione”.

L’Ungheria tra l’altro, come scrive Il Post, è accusata dagli altri stati europei di aver violato ripetutamente l’articolo 2 del Trattato di Lisbona, con atti che non rispetta la “dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e i diritti umani”. Il comunicato è stato firmato da Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia e Italia.

In questo contesto “politico” fa sorridere la presa di posizione della Uefa, che per assecondare il suo alleato ungherese, s’è inventata la “neutralità” del calcio, con un cortocircuito concettuale: “Supporto i diritti con tutto il cuore – ha detto il presidente Ceferin – quando non sia per scopi politici”.

Nel frattempo la protesta s’è allargata, ed è andata ben oltre lo stadio di Monaco. Il sindaco della città ha annunciato che se lo stadio non potrà essere illuminato lo sarà il resto della città, che non è sotto il controllo dell’Uefa. E così moltissimi altri stadi tedeschi, in concomitanza con il match.

Ma è anche diventata una questione di ordine pubblico. La polizia di Monaco si sta preparando all’arrivo concomitante di una larghissima manifestazione della comunità LGBTQI+ e di circa 200 di estrema destra ungheresi, provenienti da “associazioni di tifosi tra le più problematiche”, come li ha definiti sullo Spiegel il portavoce della polizia Andreas Franken.

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