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Un affare da due miliardi, senza gli Europei l’Uefa sarebbe già fallita

Sul Fatto: Altro che Champions o Superlega, con gli Europei Ceferin “ripaga le spese degli altri bilanci, chiusi sempre sistematicamente in rosso”

Altro che Champions o Superlega, gli Europei sono la vera gallina dalle uova d’oro dell’Uefa. “Una straordinaria macchina da soldi, un business da 2 miliardi di euro che manda avanti tutto il carrozzone”, scrive Lorenzo Vendemiale sul Fatto Quotidiano, in un pezzo che prova a fare i conti in tasca al governo del calcio europeo.

Va bene il prestigio della Champions, ma la competizione continentale per nazionali è molto più preziosa. Di soldi, si tratta di soldi. “Perché i ricavi della Champions spettano ai club, quasi tutti. Ma sui ricavi degli Europei non c’è discussione: quasi la metà finisce nelle casse della Uefa, che delle nazionali si nutre, e prolifera”.

“Le cifre ufficiali ancora non sono note, il consuntivo sarà pubblicato solo dopo l’e vento. Ma c’è un numero, da tenere a mente come base di partenza: 331 milioni di euro. È il montepremi per le partecipanti: avrebbe dovuto essere di 371 in realtà, è stato ridotto a causa della crisi ma segna comunque un +10% rispetto all’edizione precedente. Ognuna delle 24 squadre prenderà 9,25 milioni, la vincitrice può arrivare fino a 28. Sembra tantissimo ma in realtà sono briciole della grande torta della manifestazione. Cinque anni fa, in Francia, il montepremi fu di 301 milioni e il fatturato totale di 1,9 miliardi di euro. Mantenendo le stesse proporzioni, l’edizione 2021 dovrebbe superare per la prima volta la quota storica di due miliardi di ricavi”.

Un monte di danaro che proviene per oltre la metà dai diritti tv, e poi ci sono sponsor, merchandising, biglietti. Che fine fa? “Le Federazioni fanno parte del sistema Uefa, non sono i club, si accontentano di circa il 15% del totale. Un’altra fetta, 150-200 milioni, va proprio ai club, come “indennizzo” per aver messo a disposizione i loro calciatori. Poi ci sono i costi vivi per l’organizzazione, ma quelli infrastrutturali ricadono sul Paese ospitante. Il resto è tutto guadagno”.

Per il Fatto è questa la ragiona per cui “dal 2016 è stato aumentato il numero di partecipanti da 16 a 24: la nuova formula è bislacca, ha reso una farsa le qualificazioni (si qualifica praticamente chiunque, a questo giro pure la piccola Macedonia del Nord) e inutili i gironi iniziali, dove su 4 squadre passano le prime 2 e pure le migliori terze. Però ha avuto il grande merito di far schizzare il fatturato del 40%, e tanto basta. Per la Uefa è vitale e non è solo un modo di dire: senza gli Europei, praticamente fallirebbe”.

Con gli Europei, in pratica l’Uefa “ripaga le spese degli altri bilanci, chiusi sempre sistematicamente in rosso: -74 nel 2020, -46 nel 2019, -5 nel 2018, -7 nel 2017, +100 nel 2016. E succederà anche l’anno prossimo, quando si chiuderanno i conti di Euro 2021”.

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