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Un limite di Insigne è la sua generosità in campo, nessun talento corre tanto

POSTA NAPOLISTA – Non è un campione eppure per Mancini è stato ed è tuttora imprescindibile. Così come Sacchi e Zeman lo hanno definito il più grande talento della sua generazione

Un limite di Insigne è la sua generosità in campo, nessun talento corre tanto
Db Bologna 04/06/2021 - amichevole / Italia-Repubblica Ceca / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Insigne

Buonasera direttore, le scrivo per condividere con lei un mio pensiero nei riguardi del nostro capitano Lorenzo Insigne.

Comincio col dire che sono d’accordo con le sue opinioni sul Magnifico quasi al 100%, non è un campione, un ottimo calciatore raramente decisivo nelle partite importanti e che inizia la parabola discendente della sua pur importante carriera senza nulla di particolarmente glorioso da mettere in bacheca… almeno finora. Anche questi Europei lo stanno dimostrando.

Tuttavia per Mancini, da tutti considerato artefice della rinascita della Nazionale, è stato ed è tuttora imprescindibile, Sacchi e Zeman lo hanno spesso definito il più grande talento italiano della sua generazione. L’unico che lo ha un po’ messo in discussione forse è stato Ancelotti. Anche ieri, prestazione opaca di cui ricordo solo un paio di recuperi difensivi e qualche giocata delle sue (la punizione) ma a risultato sbloccato, a conferma di un limite forse psicologico.

Io però mi soffermo sui recuperi difensivi… tutto si può contestare ad Insigne, eccetto la generosità e mi chiedo se non sia stato proprio questo il suo limite. Giocare con la “preoccupazione” di dover anche coprire la fascia a terzini come Zuniga, Ghoulam, Rui, Spinazzola che spingono e lasciano vuoti, perdere energie psicofisiche a recuperare la posizione, mi chiedo se queste cose non abbiano poi condizionato il suo rendimento offensivo rendendolo meno lucido e più stanco mentalmente. Credo che una simile teoria l’avesse esternata proprio lo stesso Zeman se non erro.

A memoria non mi vengono in mente calciatori più o meno del suo livello tecnico con la stessa inclinazione al recupero difensivo. Ad eccezione dell’ultimissimo Griezmann non ho visto giocatori d’attacco che si sacrificano allo stesso modo. Penso a De Bruyne, Hazard, B.Silva, B. Fernandes, Sané, i vari trequartisti Inglesi o Dybala o Pessina per restare in Italia.

Altre volte poi penso se invece non sia proprio una sua scelta consapevole quella di essere generoso sapendo di non essere un campione.
Francesco Spagnuolo

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