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Andrea Pirlo, l’ex allenatore più giovane della storia del calcio

Da venerato maestro a materiale per Chi l’ha visto. Non aveva mercato prima della Juve, e non ce l’ha dopo. Come se non ci fosse mai stato, orwellianamente sbianchettato

Andrea Pirlo, l’ex allenatore più giovane della storia del calcio

Prima che un’astronave aliena lo rapisse, Andrea Pirlo è stato avvistato in spiaggia, a Ses Salinas, Ibiza. Con lui c’erano la compagna Valentina Baldini, i gemelli Leonardo e Tommaso, e Antonio Conte. L’abbiamo cercato online – e dove sennò – ma le sue tracce ufficiali si fermano a quella tenerissima esternazione di stupore dopo l’esonero: “un finale che non mi aspettavo”. Dopodiché, si disse, lo cercarono il Sassuolo (ma non era vero), la Sampdoria e il Fenerbahce ma pare che lui non fosse interessato. Era pur sempre l’allenatore della Juve, perdinci. Il venerato Maestro di Pirlolandia.

Oggi Sandro Veronesi, scrittore e juventino, a La Gazzetta dello Sport ha detto: “Facciamo finta che Sarri e Pirlo non siano mai esistiti”. Ecco: Sarri allena la Lazio. Che fine ha fatto Andrea Pirlo? Federica Sciarelli è in ferie? Dov’è il plastico di Bruno Vespa quando serve?

Pirlo è un caso unico nel frastagliato mercato del lavoro calcistico. Giocatore di successo, giovane, stiloso, un po’ hipster newyorkese ma anche tanto sabaudo d’indole. Mai una smorfia, un sorriso accessorio, uno scatto di nervi, una bestemmia. Talmente tecnico da aver la pretesa di farne un mestiere successivo a quello di divinato campione del mondo. Tradotto sulla panchina della Juve per ribaltamento d’immagine imposto dall’alto: basta Sarri, i suoi spigoli, quella barba sfatta; Pirlo doveva essere un rebranding umano. E’ durato il tempo d’una stagione. L’hanno consumato espresso.

Il che non è un’onta: è comprensibile che sia stato travolto dagli eventi alla sua prima vera esperienza lavorativa da allenatore. Non è nemmeno per quella novecentesca pretesa di dare una gradualità alla vita degli altri  – “gavetta”, la chiamavano – è che proprio un quarto posto Champions (e due coppe), benché euforicamente celebrati, alla Juve non bastano a salvarti il posto. Soprattutto se su di te incombe l’ombra di Allegri, il suo passato e la sua disoccupazione. E’ il salto nelle tenebre che ne è derivato, il dato davvero affascinante.

Pirlo non ha mercato. Non lo aveva prima della Juventus, e non ce l’ha dopo. Nemmeno durante, se è per questo: lanciato da un battage mediatico anabolizzato, ha piano piano perduto credito col passare dei mesi. La sua Juve progrediva stentata, e lui le correva appresso. Mai il contrario. Fino al rush finale di aprile e maggio, con la rincorsa al piazzamento minimo sindacale e rivendicazione del premio di produzione: “Io mi terrei”. E più gli amici in studio – Pirlo ha amici in tutti gli studi tv, è la stessa crew che serviva Gattuso – glielo chiedevano più lui fomentava la riconferma: “Rifarei tutto, certo che mi vedo seduto qua anche l’anno prossimo”. E via così. Qualcuno afferma d’averlo visto sorridere, ma non è che bisogna proprio credere a tutto.

Non ha un profilo Linkedin, Pirlo. Ma fa un po’ specie che nessuno provi a ingaggiare l’ex allenatore della Juventus, chiunque esso sia. E’ come se nell’anno trascorso a Torino non avesse lasciato un’impronta riconoscibile. L’ha persino ammesso giocando sul filo teso degli alibi: “Non ho potuto esprimere il mio stile di gioco”. Sicché Pirlo – pur essendo Pirlo – non ha appeal tattico. Troppo azzimato per sporcarsi in provincia, ma poco sostanzioso per una seconda chance tra le grandi.

Pirlo è in un limbo, per ora. Fosse uno con una carriera alle spalle meno solida, dovrebbe avvertire il pericolo d’essersi bruciato. Di aver acchiappato un treno velocissimo in corsa (e chi al suo posto non avrebbe risposto alla chiamata della Juve?), di essere rimasto aggrappato al maniglione, sballottolato, fino a cedere la presa. Più che esausto, abbandonato. Solo che lui è ancora Pirlo: l’ex campione del mondo con un’esistenza cosmopolita, poco intaccabile da queste facezie un po’ plebee come la carriera.

Pirlo potrebbe anche diventare l’ex allenatore più giovane della storia del calcio. Probabilmente non gliene fregherebbe granché. Sempre che gli alieni lo riconsegnino alla Terra. Come un reso.

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