In conferenza stampa: «C’è rispetto tra tutti ma dentro di noi creiamo delle rivalità che ci spingono a fare meglio e poi a vincere»
Il centrocampista dell’Inter e della Nazionale italiana, Nicolò Barella, ha parlato in conferenza stampa dal Media Centre di Coverciano. Questo il resoconto di Tuttomercatoweb.com.
“La Spagna campione d’Europa, come collettivo, era un centrocampo incredibile. C’erano grandissimi campioni, qui ci sono grandi giocatori, speriamo di fare come loro e magari anche meglio”.
Sul centrocampo dell’Italia:
“E’ bello ricevere tanti complimenti. Facciamo un lavoro importante per la squadra, il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d’intenti comune. E’ quello che cercheremo di portare fino alla fine della competizione e negli anni. Il centrocampo è il reparto dove passa il gioco, Jorginho e Verratti sono due fenomeni e cercano di far girare la squadra. Io cerco di pensare all’inserimento”.
Ancora sul centrocampo:
“Siamo tutti titolari, non sono solo io il titolare o Locatelli solo l’alternativa. Ci sono Pessina, Castrovilli, chi è rimasto a casa per infortunio o scelte. Parlare solo di noi tre sarebbe irrispettoso ma insieme a quello dell’Inter è uno dei centrocampi più forti in cui abbia giocato. Però qui mi trovo altrettanto bene. Qui c’è rispetto tra tutti ma dentro di noi creiamo delle rivalità che ci spingono a fare meglio e poi a vincere“.
Su Jorginho:
“Non sbaglia mai, lo fa raramente, è difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così: Jorginho raramente fa male o peggio”.
Su Lukaku, battuto ai quarti di finale.
“Ero dispiaciuto per lui, abbiamo creato qualcosa di speciale ma avrà tante altre occasioni per festeggiare”.
Barella rappresenta la Sardegna?
“Segnare un gol è sempre un’emozione. Farlo all’Europeo è ancor più bello. Per me il gol è bellissimo, aiutare la squadra è ancora meglio. Per quanto riguarda Riva, dico che è un mito, irraggiungibile, quel che farò nella mia carriera sarà bellissimo. Spero di avvicinarmi e di rendere orgogliosa la Sardegna”.
Su Spinazzola:
“E’ stato strano, non festeggiare perché è successo qualcosa al tuo compagno, un protagonista, è stato difficile. E’ stato il primo gol per il quale non ho esultato a fine partita. Il calcio dà tanto, ci toglie tanto, purtroppo è il nostro lavoro, la nostra passione. Non possiamo far altro che renderlo orgoglioso in altri modi e festeggiare per lui”.
Su Emerson Palmieri:
“Hanno caratteristiche diversi, sono tutti e due propensi alla fase offensiva. Eme è un grandissimo giocatore come Spina. Non c’è nessuno preoccupato per questo, nessuno ha niente da consigliare a lui: ha vinto la Champions, ci aiuterà come sempre fatto. Ha già giocato tantissime gare per noi, c’è solo fiducia per lui”.
Su Mancini:
“Il mister ci ha dato una mentalità vincente. Giochiamo sempre per vincere, a me è andata sempre bene, ma il mister ha fatto un grandissimo lavoro. La sua mentalità ci ha dato tanto, giochiamo tutte le gare per vincere sempre, fino alla fine. Ora la Spagna: è una gara difficile, siamo due squadre simili, vogliamo entrambe il pallino del gioco, cercheremo di tenerlo noi e di metterli fuori tempo. Spero sia una bella partita, ce la godremo in un grande stadio che è un ambiente fantastico”.
Sulla similitudine tra Inter e Italia:
“La parola che le accomuna la tengo dentro di me e la dico alla fine… C’è sicuramente una grandissima unità d’intenti, l’obiettivo era lo Scudetto e ce l’abbiamo fatta. Qui era arrivare più lontano possibile e ce la stiamo facendo alla grande. E poi il gruppo: ha fatto la differenza all’Inter e lo sta facendo qui. Qui è anche più facile, siamo tutti italiani, abbiamo una cultura simile che ci avvicina”.