Alla Gazzetta: «Il calcio deve essere grato all’Inghilterra per come ha reagito e anche a paesi come l’Italia: Gravina è tra quelli che hanno lottato. Sterling? Decisione dubbia ma nessuno scandalo»
La Gazzetta dello Sport intervista Zvone Boban, responsabile del calcio Uefa. Respinge con forza le illazioni per cui la Uefa voglia favorire l’Inghilterra per ricompensare Boris Johnson dell’aiuto offerto contro la Superlega.
«Mi viene da ridere. Ridicolo solo pensare che l’Uefa favorisca una squadra. Teorie cospirazioniste e dietrologia sono sempre esistite, ma chi vive il calcio sa che sarà una finale pulita».
Sull’Italia di Mancini:
«La qualità generale non è quella delle migliori Italie. Ma qui è il capolavoro di Mancini. E i giocatori hanno dimostrato forza mentale, spirito di gruppo e capacità non comune di lettura delle situazioni».
Soprattutto, a colpirlo sono stati Di Lorenzo e Spinazzola.
«Sono stato colpito dal grande lavoro dei due terzini: Di Lorenzo e Spinazzola hanno sempre avuto qualche problema difensivo ma qui, oltre ad attaccare alla grande, marcano benissimo. I tecnici dei club non ci erano riusciti».
I migliori in squadra?
«Il fuoriclasse è Donnarumma. Poi Chiesa, fuoriclasse potenziale. E Jorginho. Decisivo. In un anno in cui i fuoriclasse e i geni del calcio non partecipano al gala, è uno dei candidati al Pallone d’Oro e al Best Fifa».
Boban critica la difesa a tre, utilizzata tanto in questo Europeo.
«Se metto tre difensori, costringo gli esterni ad abbassarsi e il centrocampo va in inferiorità. Chi gioca a tre non domina mai. Spiace che grandi allenatori abbiano seguito questa moda trasformando, anzi, deformando le loro squadre. Nel calcio è fondamentale l’occupazione degli spazi del centrocampo».
Sul rigore concesso all’Inghilterra per la caduta plateale di Sterling.
«Decisione dubbia, non si può negare, ma non uno scandalo come dicono urlatori di professione. Spiace che l’ombra sia caduta in un momento così e che alcuni mettano in discussione un Europeo in cui l’arbitraggio è stato fantastico. Rosetti ha fatto un gran lavoro di preparazione e rinnovamento. Makkelie era convinto di aver preso una decisione giusta».
A Boban viene chiesto perché l’Uefa si è schierata contro lo stadio arcobaleno di Monaco.
«Se c’è un’organizzazione attenta alle problematiche sociali è l’Uefa. Rispetto, non discriminazione, uguaglianza, inclusività. I politici non possono usare l’Uefa per i loro conflitti e per populismo. Non è questione di valori. Un sindaco tedesco non può chiederci qualcosa contro Orban, Mandela o Gandhi. Possono sempre rompere i rapporti diplomatici, se vogliono. Non abbiamo bisogno di colorare uno stadio per dire che siamo quelli. Noi siamo quelli».
Sulla Superlega:
«C’è una battaglia legale. E la vinceremo. Quella reale e calcistica il calcio l’ha vinta contro chi vuole rovinarlo per farlo diventare un business, cancellando centosessant’anni di storia. Solo perché qualcuno non faceva bene i conti delle sue società dobbiamo rovinare il calcio?».
Boris Johnson ha dato una mano, gli fanno notare.
«Discorsi assurdi, disonesti, scorretti. Dicevano anche che avremmo giocato la finale di Champions a Londra per lui, invece è stata a Oporto. Il calcio deve essere grato all’Inghilterra per come ha reagito e anche a paesi come l’Italia: Gravina è tra quelli che hanno lottato. Ma i veri vincitori sono il calcio, la gente che lo ama e, se devo fare un nome, Ceferin».
Sulla polemica per gli stadi pieni in tempo di Covid e sulla recrudescenza dei contagi:
«Bellissimo vedere gente allo stadio. Ma non abbiamo fatto nulla al di fuori delle leggi degli Stati e delle autorità sanitarie. Chi ci critica non ha coraggio o non vuole vedere come stanno le cose».