Al CorSera: «Quando hai vinto tutto, continuare a spingere il fisico al limite diventa un sacrificio. Ho corso all’unico scopo di vincere medaglie. Mi nutrivo dell’energia del pubblico»
Il Corriere della Sera intervista Usain Bolt. Ormai fa il papà a tempo pieno. Alla figlia Olympia si sono aggiunti da poco i gemelli Thunder e Saint Leo.
Racconta cosa gli manca dell’atletica.
«Mi mancano l’elettricità pre-gara, l’adrenalina, la vittoria. Mi manca l’emozione di entrare in uno stadio e sentire 60 mila persone gridare il mio nome. Non riesco ad immaginare cosa voglia dire correre i 100 e i 200 nel silenzio. Io mi nutrivo dell’energia del pubblico, era un elemento vitale».
Gli viene chiesto di cosa va più fiero, ripensando alla sua carriera.
«Ho corso all’unico scopo di vincere medaglie: credo che i miei 8 ori olimpici e 11 mondiali siano un risultato niente male».
Sui trionfi di tanti atleti avanti con gli anni, come Pellegrini e Montano:
«Ho un’ammirazione sconfinata per chi riesce a trovare la motivazione per andare avanti così tanto. Quando hai vinto tutto, continuare a spingere il fisico al limite diventa un sacrificio».