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Breaking Bad non è originale per chi ha visto l’anime Death Note

Trama, personaggi, intreccio: tanti i punti di contatto e chi ha visto prima l’anime giapponese ha perso l’effetto del colpo di scena

Breaking Bad non è originale per chi ha visto l’anime Death Note

La grandezza di Breaking Bad è indiscutibile. I premi, gli ascolti e la critica consegnano un punto di vista unanime sotto quest’aspetto. È stata una visione piacevole anche per me, che non sono il più accanito cultore di serie tv, al punto da attendere sempre che un prodotto finisca per poterlo vedere senza vivere il vuoto tra una stagione e l’altra. Piacevole sì, ma non di più. E non perché uno si voglia porre controcorrente e debba fare la voce fuori dal coro per distinguersi. Breaking Bad, nello sviluppo di trame e personaggi, mi ha ricordato un anime giapponese, la cui messa in onda in Italia si è conclusa proprio quando è cominciata quella della serie nel 2008: Death Note. Una serie di somiglianze che ha causato spesso la perdita del colpo di scena e la prevedibilità di alcuni eventi.

È giusto ripetere un concetto, prima di addentrarsi tra i vari punti di contatto: non è e non vuole essere un modo di screditare Breaking Bad, ma fornire un punto di vista differente, che non significa peggiore.

A questo punto, c’è lo spoiler alert: se non li avete visti e non volete rovinarvi nulla, vi conviene non proseguire oltre.

Partiamo dal protagonista: in Death Note è Light Yagami, un brillante studente che non sopporta il male compiuto dagli uomini; in Breaking Bad è Walter White, un professore di chimica che arrotonda lavorando in un autolavaggio. La vita di entrambi, personaggi socialmente accettati, viene sconvolta da un agente esterno che ne causa lo sconfinamento nell’ambito criminale. Per Light è il ritrovamento di un quaderno, chiamato appunto death note, dove basta appuntare il nome di una persona per causarne la morte (potendone specificare anche le modalità); per Walter è la scoperta di un tumore insieme all’incontro con l’ex studente e spacciatore Jesse Pinkman, con cui comincerà a produrre e rivendere metanfetamina.

Entrambi delinquono e gli atti criminosi scandiranno l’evolversi delle vicende. Quelle azioni inizialmente compiute per un buon fine (Light con il quaderno uccide soltanto malviventi, Walter vuole fare soldi per dare un futuro alla famiglia qualora la malattia dovesse avere la meglio) assorbono totalmente i due protagonisti che alla fine si troveranno a godere di ciò che fanno. Per mantenere lo status quo, entrambi poi faranno del male anche agli innocenti. I deliri di onnipotenza di Light sono più razionalizzati nella famosa frase di Walter “I’m the one who knocks”.

Un’altra analogia è relativa alla presenza di un familiare nelle task force d’indagine. Soichiro, il padre di Light, farà parte della divisione giapponese che dovrà indagare su Kira (soprannome attribuito al misterioso omicida di criminali), mentre il cognato di Walter, Hank Schrader, indagherà su di lui. Soichiro ed Hank troveranno la morte durante le indagini per le conseguenze di un conflitto a fuoco. Peraltro i protagonisti parteciperanno alle attività investigative su loro stessi anche in virtù di questi legami.

L’intreccio ha uno sviluppo simile per il momento della scomparsa del “cattivo” principale. Il detective L, vero antagonista di Light in Death Note, muore all’episodio 25 su 37; per quanto riguarda Breaking Bad, Gus Fring viene ucciso alla fine della quarta stagione su cinque complessive.

In entrambi i prodotti i protagonisti hanno un personaggio che li venera, le cui azioni apparentemente non troppo rilevanti, inchioderanno Light e Walter, adorati rispettivamente da Teru Mikami (che porta alla scoperta del death note di Light, morirà suicida nel finale) e Gale Boetticher (Hank associa Walter alle iniziali nella dedica su un libro, sarà ucciso per tenere sotto scacco Gus).

A chiudere resta la morte del protagonista alla fine della serie. Light viene ferito e prossimo alla morte barcolla fino a una torre tra i magazzini abbandonati e si fa uccidere dal suo shinigami (dio della morte custode del quaderno), Walter invece muore nel conflitto a fuoco da lui provocato, non prima di aver contemplato i suoi ferri del mestiere. Il momento in cui entrambi spirano è connotato da una forte nostalgia.

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