Al Corriere: «Ci hanno abituati così e allora uno si chiede: perché non lo devo fare? Continuano a fischiare ogni falletto perché vogliono tenere in mano la partita»
Il Corriere della Sera intervista Fabio Capello. Il tema sono naturalmente gli Europei, con in primo piano le due semifinali in programma, quella tra Inghilterra e Danimarca e quella tra Italia e Spagna.
Dell’Inghilterra dice che «è compatta, gioca un calcio attento in difesa e a centrocampo. Sono aggressivi e letali sui calci piazzati». Vanno tenuti in grande considerazione, perché sono in un momento ottimo.
«Southgate ha capito che continuare con la linea dei difensori che arretrava quando gli avversari avevano la palla non portava risultati: ora i due centrali vanno ad aggredire l’attaccante che riceve il pallone. Non subire gol è un cambio di mentalità. Poi il portiere Pickford gioca bene con i piedi: un’arma in più».
La Nazionale inglese ha preso il meglio di Guardiola, dice.
«Non prende gol perché vanno subito a recuperare palla. Hanno preso il meglio di quel che fa Guardiola».
E’ sicuramente la favorita, ma c’è da valutare il fattore campo.
«Si, con un fattore avverso: la pressione di Wembley, i giovani possono risentirne».
Sulla Danimarca:
«È una Nazionale che ha qualità e umiltà, si aiutano molto e sono buoni giocatori. Il caso Eriksen li ha prima sfaldati, poi ricompattati. Era la star della squadra. Stanno facendo cose interessanti, ora è il momento di osare. Sono spensierati, rispetto alle altre più leggeri. La guida è Kjaer, anche per quel gesto bellissimo nel dramma di Eriksen».
Sull’Italia, che ha sempre messo tra le semifinaliste:
«Ho visto la crescita della squadra, un’evoluzione che può portare benefici al nostro movimento. Direi una cosa al calcio italiano, spero non si guardi più a cosa facevano altri 10 anni fa, guardiamo a quel che fa Mancini».
Contro la Spagna bisognerà stare attenti.
«La Spagna gioca un calcio lento, se ci adattiamo a quel ritmo rischiamo di soffrire. La Spagna ha grandi qualità tecniche, ottimo possesso palla. Per contrastare questa loro caratteristica a noi serve rapidità e lucidità quando recuperiamo palla: subito ripartire e aggredire. Abbiamo qualità e poi la difesa spagnola non è affatto imbattibile».
Sull’infortunio di Spinazzola?
«L’Italia perde uno che cambia ritmo. Sono quelli con velocità e dribbling che rompono la difesa avversaria, lo abbiamo visto. In questo Europeo c’è stata la rinascita del dribbling. Velocità e dribbling sono doti naturali, non si insegnano. La bellezza del torneo sono questi cambi di ritmo violenti».
Sulla caduta simulata di Immobile:
«Non do la colpa al giocatore. La prima responsabilità è degli arbitri italiani. Ci hanno abituato in questa maniera e allora uno si chiede: perché non lo devo fare? Certo non è onesto sotto l’etica sportiva. Agli arbitri italiani manca la capacità di capire se è una finta, un inganno. Continuano a fischiare ogni falletto, perché vogliono tenere in mano la partita, ma il match deve essere solo giocato. È questione di personalità. Un altro problema è essere giudicati solo dagli arbitri, bisognerebbe allargare la platea al di fuori del loro mondo. È un po’ come il pubblico ministero che fa anche giudice, non va bene».