A 30 anni appena compiuti, questa era l’ultima occasione per imporsi, altrimenti avrebbe rischiato l’oblio. Quel pallone diventerà un poster come i colpi dei numeri 10 che lo hanno preceduto
In un pezzo a firma Fabrizio Patania, il Corriere dello Sport torna sul tiro a giro di Lorenzo Insigne, valso il passaggio del turno all’Europeo. L’Italia è in semifinale grazie al suo gol, un tiro provato decine di volte, diventato il suo “brand”, che stavolta gli è riuscito consacrandolo.
“A trent’anni appena compiuti, questa era davvero l’ultima occasione buona per imporsi, altrimenti avrebbe rischiato l’oblio. Capitano del Napoli, protagonista in Serie A, uno qualsiasi con l’Italia. Invece no. Lorenzo si è ribellato al destino. Quel pallone, una dolce poesia a scavalcare Courtois, l’ha infilato sotto la traversa. Diventerà un poster come lo sono diventati, e verranno ricordati per sempre, i colpi dei numeri 10 che lo hanno preceduto in Nazionale”.
Patania continua:
“L’evoluzione tecnica, nel pieno della maturità, ha portato Lorenzo a sviluppare la capacità di muoversi da regista offensivo, di cucire il gioco, di legare centrocampo e attacco. Così lo ha valorizzato Mancini, un altro fantasista che in Nazionale non si era mai realizzato in modo compiuto”.