Al Fatto: «Con quel film iniziò il successo per Della Valle e la Tod’s. Oggi gli yuppies esistono ancora, ma si definiscono “creativi”»
Il Fatto Quotidiano intervista Enrico Vanzina, figlio di Steno e fratello di Carlo. E’ stato sceneggiatore di molte pellicole di successo, come Yuppies, di cui racconta. Nel film si osannava Gianni Agnelli. Dell’avvocato dice:
«Con lui ho costruito un rapporto particolare, anche per ragioni calcistiche: si divertiva con i nostri film e aveva iniziato a invitarmi a Torino in occasione di Juventus-Roma. Mi portava allo stadio in elicottero e in quelle fasi assistevo alla “vita secondo Agnelli”».
Agnelli è citato spesso nel film.
«Lui felice, gli piaceva una scena di Eccezzziunale veramente, quando Diego Abatantuono, nei panni del terroncello tifoso bianconero, sosteneva di essere pronto a prestargli i soldi per acquistare Maradona; l’avvocato era anticonformista, un modo per sentirsi vicino al popolo, per tramutarsi in simbolo».
Vanzina racconta le telefonate a cui ha assistito, tra Berlusconi e Agnelli.
«Ho assistito a qualche telefonata tra loro, uno chiedeva come va la Standa, l’altro si informava della Rinascente e magari domandava quanti panettoni pensava di vendere per Natale. Era da ridere».
Oggi gli yuppies esistono ancora, dice, solo che si fanno chiamare creativi.
«Di recente ho preso un treno Milano-Roma, lì sopra ne ho visti tantissimi, ma con una differenza: adesso si definiscono “creativi” e non vogliono risultare condizionati da mode o simboli, puntano a condizionare, all’unicità, vogliono determinare il proprio destino».
Fondamentale, racconta, per il film, fu l’inserimento di prodotti commerciali.
«In Yuppies il product placement ha avuto un ruolo non scontato: per la Y10 (guidata ed esaltata dal personaggio di Greggio) ho presenziato a setto-otto incontri, micidiali, con il capo della comunicazione Fiat. L’auto doveva apparire di moda, sicura: De Laurentiis incassò molti soldi. Per Diego Della Valle e la Tod’s fu l’inizio del successo».
Continua:
«Fino a quel momento la comunicazione di Della Valle era molto interessante. Non pubblicizzava attraverso le foto, i poster, la classica cartellonistica, ma utilizzava editoriali, ad esempio: “Ieri l’avvocato Agnelli è andato in barca a vela e come al solito indossava delle Tod’s”. Piace alla gente che piace. Io e mio fratello eravamo amici di Della Valle, così decidemmo di iniziare Yuppies con Jerry che apriva un armadio e mostrava soltanto Tod’s. Non solo: per lanciare il film, andiamo ospiti in trasmissione da Pippo Baudo e va in onda proprio quella scena. Da lì, me lo ha confermato Diego, ci fu il boom della sua azienda».
Vanzina racconta gli attori che fecero parte della pellicola. Jerry Calà «è rimasto con lo spirito del tempo; non è mai stato uno yuppie, era ed è una persona semplice, senza l’atteggiamento da rampante, piuttosto da ragazzo di provincia che suona nelle balere». Chi invece ha cavalcato davvero il personaggio è stato Ezio Greggio.
«Lui sì e lo ha cavalcato: da sempre veste in un certo modo, è diventato un imprenditore, e poi è un uomo molto intelligente e colto; ormai anche Boldi sembra tramutato in una specie di commendatore e Christian De Sica è cambiato; Jerry ha sofferto tantissimo per quel film. In partenza era la punta di diamante, all’apice della carriera, ma non aveva la parte più divertente, mentre Boldi e De Sica si sono tramutati in una coppia artistica. Insomma, da quella pellicola, De Laurentiis puntò sul duo e non più su Jerry».
Vanzina ha un rimpianto:
«In certi film la nostra intenzione era di criticare la società, di riderci sopra, e invece ci hanno catalogato come i cantori dei personaggi: su questo ancora oggi divento pazzo».