Grandi nomi tutti fuori molto presto, alcuni nemmeno hanno partecipato. E il giornale tedesco spiega il trend con un esempio: l’Atalanta, con 8 giocatori agli ottavi
La Sueddeutsche nel suo pastone di fine torneo fa notare che nell’anno che poteva essere quello della rivoluzione Superlega, con i grandi club sempre più grandi, l’Europeo se lo sono presi i giocatori dei piccoli medio-piccoli, per larga parte.
“Mentre il torneo entrava nella fase decisiva, molti grandi nomi del calcio hanno avuto il tempo di occuparsi di altro. Non c’era un solo giocatore del Real nella rosa di Spagna. E Cristiano Ronaldo, il nome più grande di tutti, pur in cima alla lista dei migliori marcatori con cinque gol, non certamente plasmato il torneo. Non sono stati gli Europei delle superstar. E con Portogallo, Germania e Francia fuori agli ottavi, molti di loro hanno salutato presto“.
Alla fine ha vinto l’Italia, che anche da questo punto di vista è stata paradigmatica. “Due giocatori del Sassuolo sono saliti sul palco dall’ottavo posto: Manuel Locatelli e Domenico Berardi. E anche tra gli inglesi, Kalvin Phillips del Leeds United era indispensabile a centrocampo, e Jack Grealish gioca nell’Aston Villa. Coincidenza? Può essere. Ma sembra una strizzatina d’occhio ad un trend dopo una stagione in cui è quasi nata una superlega esclusiva”.
L’esempio che vale per tutti: l’Atalanta. “Il parvenu italiano che sarà in Champions per la terza volta consecutiva la prossima stagione. Otto nazionali dell’Atalanta hanno giocato in sette squadre agli ottavi di finale”.