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L’Inter inaugura il Green Pass contro il Lugano, ma i tifosi acquistano solo un terzo dei biglietti

Su Repubblica. Solo 2mila spettatori su 6300 biglietti in vendita. Molti si sono fatti scoraggiare dalla necessità di procurarsi il certificato vaccinale

L’Inter inaugura il Green Pass contro il Lugano, ma i tifosi acquistano solo un terzo dei biglietti
Lugano (Svizzera) 17/07/2021 - amichevole / Lugano-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi

L’amichevole Lugano-Inter di ieri ha fatto solo 2mila spettatori, nonostante i biglietti messi in vendita fossero 6300. Avrebbero potuto comprarli i possessori di Green Pass o di certificato vaccinale svizzero. L’esperimento, che potrebbe essere considerato una sorta di prova generale in vista della riapertura degli stadi per il campionato, scrive Repubblica, non è andato troppo bene. Anche considerando che, due anni fa, per la stessa partita, fu registrato il sold out.

Il Lugano prova a trovare una giustificazione:

«In molti si sono lasciati scoraggiare dalla necessità di procurarsi il certificato e sono rimasti a casa, ma siamo sicuri di avere fatto la cosa giusta».

Repubblica scrive:

Il club ha organizzato la partita nel rispetto delle disposizioni delle autorità cantonali, verificando che gli spettatori avessero il QR Code della Certificazione verde. Per giorni, prima della sfida, i tifosi italiani hanno telefonato alla società ticinese ponendo le domande che avrebbero dovuto fare al loro centro vaccinale o all’Ats: per avere il Green pass servono due dosi di vaccino o ne basta una? A chi è vaccinato viene automaticamente riconosciuto il Green pass o deve farne richiesta? E ancora: se ho fatto un tampone in farmacia, come posso avere il pass? I bianconeri di Lugano hanno sperimentato quello che le leghe di mezza Europa vorrebbero portare nei propri campionati, per raggiungere la piena capienza degli impianti e riportare i ricavi a livelli pre-Covid”.

Ma il test ha funzionato a metà, appunto.

“Notevole lo sforzo della società nel fare rispettare la regola, con steward e hostess preparati, smartphone in rete fra loro per la verifica ottica dei codici, e addetti alla sicurezza a tutti i varchi per placare chi insisteva nel volere entrare senza certificato. Meno promettente la risposta dei tifosi“.

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