Su Repubblica. Solo 2mila spettatori su 6300 biglietti in vendita. Molti si sono fatti scoraggiare dalla necessità di procurarsi il certificato vaccinale

L’amichevole Lugano-Inter di ieri ha fatto solo 2mila spettatori, nonostante i biglietti messi in vendita fossero 6300. Avrebbero potuto comprarli i possessori di Green Pass o di certificato vaccinale svizzero. L’esperimento, che potrebbe essere considerato una sorta di prova generale in vista della riapertura degli stadi per il campionato, scrive Repubblica, non è andato troppo bene. Anche considerando che, due anni fa, per la stessa partita, fu registrato il sold out.
Il Lugano prova a trovare una giustificazione:
«In molti si sono lasciati scoraggiare dalla necessità di procurarsi il certificato e sono rimasti a casa, ma siamo sicuri di avere fatto la cosa giusta».
Repubblica scrive:
“Il club ha organizzato la partita nel rispetto delle disposizioni delle autorità cantonali, verificando che gli spettatori avessero il QR Code della Certificazione verde. Per giorni, prima della sfida, i tifosi italiani hanno telefonato alla società ticinese ponendo le domande che avrebbero dovuto fare al loro centro vaccinale o all’Ats: per avere il Green pass servono due dosi di vaccino o ne basta una? A chi è vaccinato viene automaticamente riconosciuto il Green pass o deve farne richiesta? E ancora: se ho fatto un tampone in farmacia, come posso avere il pass? I bianconeri di Lugano hanno sperimentato quello che le leghe di mezza Europa vorrebbero portare nei propri campionati, per raggiungere la piena capienza degli impianti e riportare i ricavi a livelli pre-Covid”.
Ma il test ha funzionato a metà, appunto.
“Notevole lo sforzo della società nel fare rispettare la regola, con steward e hostess preparati, smartphone in rete fra loro per la verifica ottica dei codici, e addetti alla sicurezza a tutti i varchi per placare chi insisteva nel volere entrare senza certificato. Meno promettente la risposta dei tifosi“.