Newcombe: «McEnroe il tennista più cattivo. Scavalcai la rete e gli dissi che l’avrei ammazzato»

L'Equipe ha intervistato il mito australiano del tennis: "Tirò una volée alla gola del mio compagno di doppio, Stolle, e io scoppiai"

McEnroe

Ora che Djokovic si avvia ad inserire con forza il suo nome nell’eterno dibattito del tennis – chi è il più forte giocatore della storia? – L’Equipe fa la ferale domanda a John Newcombe. Il quale, essendo stato numero uno del mondo in singolare e doppio, e avendo vinto 7 Slam in singolare (e 19 in doppio), ha pieno titolo per dire la sua. I nomi che fa sono sempre quelli: Rosewall, Laver, Federer, Nadal, Djokovic. E Big Bill Tilden.

Ma nella lunga e bella intervista che il giornale francese fa all’ex campione australiano, c’è una perla: McEnroe. Il racconto della rivalità, ma ancor di più della genialità di quel tennis, di quel mondo gaudente che oggi non esiste più.

Newcombe dice che McEnroe è stato il giocatore più cattivo che ha affrontato. E racconta:

“Ho sempre pensato che i suoi sproloqui fossero una tattica. Sfogava la sua frustrazione e faceva pompare l’adrenalina; l’avversario si raffreddava mentre aspettava che passasse. Quando il gioco riprendeva, Mac era esaltato e l’altro doveva ricominciare da zero. Nel 1981, in coppia con Fred Stolle, abbiamo affrontato Mac e Peter Fleming nella semifinale del doppio agli US Open. Sul vecchio Louis-Armstrong, verso mezzogiorno. Lo stadio era strapieno, 19.500 spettatori! Durante il riscaldamento, Mac ha iniziato a provocarmi. Pensai: “Merda, sarà la guerra”. Sul secondo punto mi stuzzica a rete. Il giorno prima Fred aveva sentito John confidare all’allenatore di Gerulaitis che mi avrebbe punzecchiato apposta. Nel terzo set, giochiamo uno scambio tipo ping-pong a rete, e lì Mac colpisce con tutte le sue forze una volée di dritto alla gola di Fred. Ero furioso, il mio cervello ribolliva. Nello stadio c’era odore di sangue, tutti urlavano. Al punto successivo, faccio uno sprint folle per prendere un rovescio e mandarlo nell’angolo opposto. E lì continuo a correre, finché non mi ritrovo dall’altra parte della rete. Supero Fleming e mi dirigo dritto verso McEnroe. Gli metto la testa della racchetta sotto al naso e gli dico: «Stronzo, ti ammazzo!». Ero finito nel lato oscuro. Che diavolo ci faccio dall’altra parte della rete? Alla fine perdemmo al tie-break del quinto set”.

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