Sulla Gazzetta. La Spagna ha avuto tutti gli undici giocatori attivi che hanno partecipato al possesso e al pressing, noi no. Abbiamo giocato quasi sempre in 9 o 10 contro 11 spagnoli
Sulla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi commenta il passaggio del turno dell’Italia ad Euro 2020. Domenica la squadra di Mancini si giocherà la finale con l’Inghilterra.
“Gli azzurri sono riusciti nell’impresa di andare in finale grazie a un gruppo coeso, con grande carattere, spirito di squadra, volontà, generosità, capacità di sofferenza e resilienza. Tutti hanno dato tutto, valori importanti che dovrebbero sempre essere alla base”.
Ma di strada da fare, dal punto di vista del gioco, è ancora lunga.
“L’incontro con i maestri del calcio ballato, del possesso, del bello e dei grandi risultati, ci ha visti in ritardo e in difficoltà“.
La partita ha decretato che l’Italia deve ancora crescere.
“La Spagna ha avuto tutti gli undici giocatori attivi che hanno partecipato al possesso e al pressing. Purtroppo, noi no. Il movimento continuo, la capacità di scegliere sempre la soluzione migliore e la collaborazione ne hanno facilitato soluzioni, autostima e idee. Quando gli azzurri avevano il pallone, le Furie Rosse aggredivano anche Donnarumma, mentre noi non potevamo farlo perché avevamo quasi sempre uno o due difensori in più del dovuto in difesa. Pertanto abbiamo giocato quasi tutto l’incontro in 9 o 10 contro 11 spagnoli. I loro difensori centrali erano praticamente sempre a sistema puro uno contro uno, mentre noi due o tre contro uno”.
A salvarci è stata soprattutto la mediocrità delle conclusioni spagnole.
“La fortuna ha voluto che la squadra spagnola sia stata mediocre nelle conclusioni. Gli azzurri dovrebbero essere come un’armata, muoversi tutti a organetto avanti e indietro. Una vera squadra non solo nell’impegno, ma anche nel gioco e nell’organizzazione“.