Frecciate tra il neo presidente federale e il direttore tecnico. I contratti scadono il 30 settembre. Le prime dimissioni di La Torre furono stoppate da Malagò
Il pasticciaccio è dietro l’angolo. Anche un po’ più visibile, perché i diretti interessati non fanno nulla per nasconderlo. Che succederà all’atletica italiana che a Tokyo ha vinto cinque medaglie d’oro di cui due storiche nei 100 metri e nella 4×100 maschile? Ne scrive sul Corriere dello Sport Franco Fava non uno qualunque. Riporta le dichiarazioni del direttore tecnico Antonio La Torre:
«Il mio futuro? Non lo so, non dipende da me. E’ un momento molto felice». Poi scherzando, ma nemmeno tanto, il d.t. Antonio La Torre aggiunge: «Potrei presentare il curriculum e vedere cosa succede».
I contratti di La Torre e dei tecnici sono tutti in scadenza al 30 settembre.
Scrive Fava:
Dopo lo strabiliante bottino è l’ora di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Le tensioni, rimaste latenti, tra la nuova leadership del presidente Stefano Mei e una parte del settore tecnico ora emergono ancora più nette. Il contratto di La Torre e di tutti i tecnici, infatti, era stato prorogato dalla Fidal solo fino al 30 settembre. E ieri non hanno favorito un chiarimento le parole di Mei, giudicate inopportune dopo la clamorosa cinquina d’oro e i sette record italiani, di cui due europei. «La Torre confermato? Ne parleremo – ha detto il neo presidente Fidal, che ha fatto della meritocrazia il suo punto qualificante del progetto elettorale – Io non ho mai parlato di persone ma semplicemente di un modello che ho in testa, difficile da fare dall’oggi al domani. Quasi quasi ci dimettiamo tutti, lo dico per scherzo».
Fava scrive che Mei lancia il “Progetto Brisbane 2032”, l’Olimpiade che seguirà le edizioni di Parigi tra tre anni e di Los Angeles 2028. E per Eugene 2022 (i Mondiali, ndr)?
È come se a Mancini, dopo il trionfo di Wembley e a un anno da Qatar 2022, Gravina avesse detto: Sei stato bravo, per il futuro vedremo perché ho progetti in mente per i prossimi dieci anni.
Fava ricorda che
Già all’indomani della felice partecipazione agli Euroindoor con l’oro sui 60 di Jacobs, a seguito di alcune dichiarazioni di Mei alla stampa, La Torre aveva abbozzato la lettera di dimissioni. Fu Malagò a bloccarla. Altrimenti, è probabile, a “zero tituli” oggi ci saremmo noi e non i britannici.