È tornato Sarri libero dall’ipocrita protocollo sabauda, viva il calcio zozzone. Il tifoso pessimista teme che Osimhen si trasformi in Super-Balo
FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 1° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
È un calcio a pezzi.
Preso a forchettate alla tavola dei famelici predatori di mezzo mondo. È un pallone sgonfiato. Bucato da tutti i lati.
Hanno cercato rattoppi un po’ qua un po’ là. Per renderlo il più possibile presentabile. Per poter continuare lo sport di gabbare il tifoso inebetito e imbambolato.
Smosciato com’è hanno tentato di vitalizzarlo pompandolo con vecchi gonfiatori da bici. Ma non c’è stato verso.
Troppi spifferi d’ogni dove.
Allora riempiamolo di lardo sudicio e maleodorante.
Una palla di lardo.
Così i nostalgici ricordano Brera, si commuovono, si distraggono e passano oltre.
Ragazzi ma così non zompa.
Non zomperà ma chi se ne frega. Chi vuoi che se ne accorga.
Almeno ora sta cosa ha recuperato in parte una qualche forma sferica.
Vabbè qua sto bitorzolo della Superlega.
Vabbè là il bernoccolo del caso Suarez. Gravina passami un cerottone per i tuoi dolori alla schiena. Troppo tempo in ginocchio davanti a quelli, vecchio mio.
Qua di lato il bozzo del Fair Play finanziario.
Più giù la nocca del regalo di Locatelli agli ergastolani.
Lì il sughero del lambrusco per coprire il pertuso della mafia dei procuratori.
Si riparte dai.
Siamo pur sempre i Campioni d’Europa, o ce lo siamo già scordato?
Accendi dai.
Già Dazn. Mezz’ora e più a smadonnare e a smanettare sulla tastiera per comporre la password giusta.
Qualità video imbarazzante. I soliti tre minuti di ritardo rispetto ai tempi reali. Il solito supplizio.
Neanche i tifosi Suninter si sono scordati di essere Campioni d’Italia. Ma dopo un’estate dolorosa si ritrovano a interrogarsi su cosa ancora siano, cosa siano diventati e magari dove vanno.
Inzaghi è umile e bravo. Squadra corta e veloce. Ma il test è poco attendibile. Contro hanno i poco grifagni grifoni in assetto tattico da parrocchia.
Chi è Luis Muriel? Un campione.
E lo dimostra dopo sei minuti con un gol da cineteca.
Lo scontro maestro-allievo all’Olimpico di Torino è la partita più interessante della prima.
La Dea priva della coppia di centrocampo titolare è poco fluida e ha difficoltà a creare gioco. Gasp assatanato si incazza molto dalla panchina.
Anche perché Juric ha già rigenerato squadra e ambiente.
E’ l’uomo Toro e lo dimostrerà.
Pareggia il Gallo ed è letteralmente sommerso dagli applausi dei tifosi che lo implorano a restare.
Partita tutto sommato equilibrata. Anzi no. Il pari forse va un po’ stretto a quelli di casa.
Poi allo scadere svarione difensivo granata e gol di Roberto Piccoli ventenne enfant du pais.
E’ il campionato dei ritorni.
Torna Sor Polpetta. E la cosa mi intriga. Ritorna al Castellani. Dove iniziò la sua storia.
E si ritrova contro una squadra ben messa in campo dal simpatico e competente Nonno Aurelio.
Va in vantaggio la squadra di Farinata, con gol di Filippo Bandinelli, ragazzo interessante. Come interessantissimo è quel Samuele Ricci play di grande personalità.
Poi Sergei il principe, il miglior centrocampista della A, sale in cattedra. E trascina alla vittoria.
Sor Polpetta è tornato.
Ai microfoni è sempre lui. Ha mandato al diavolo l’ipocrita protocollo sabaudo.
Niente doccia, niente barba da una settimana.
Suda, si asciuga un po’ dappertutto. Scatarra e si scaccola.
Sor Polpetta è tornato. Viva il calcio zozzone.
Juve in campo con maglia celebrativa per l’impresa del Verona a Napoli nell’ultima del campionato scorso.
Acciughina ha scelto la Joya. È lui il leader.
La panchina del Toy Boy ha un’eloquenza apodittica. E’ in attesa del treno per Parigi.
La Joya interpreta alla grande la responsabilità del ruolo.
Gioca la miglior partita da probabilmente un anno a questa parte.
E da solo mette sotto i friulani.
Ma quello che lui costruisce lo distrugge Szczęsny.
Due papere sesquipedali e pareggio insperato udinese.
La sorpresa è allo scadere.
Il Toy Boy, che nel frattempo era entrato camminando, inzucca e insacca di testa .
Il tempo per togliersi quella magliaccia che neanche a lui va giù, il tempo di esibire gli addominali scolpiti.
E il Var annulla. Incredibile. Questione di centimetri.
E’ il segnale di un campionato diverso? Si spera.
Torna anche Brillantina Spalletti. Affamato di panchina dopo due anni di divani.
Torna il Venezia dopo un ventennio e sembra una preda facile.
Ma al minuto 23 Osi combina il guaio.
E’ già innervosito per le reiterate trattenute precedenti.
Sull’angolo Heymans gli mette ancora le mani addosso. Lui non ne può più. Si gira e assesta una manata al belga.
Per l’arbitro il gesto è violento. Fuori.
Salterà Genoa e Juve. Un danno grave. Un danno gravissimo.
E intanto lascia la squadra in 10.
Questo ragazzo preoccupa perché il suo carattere ingenuo e impulsivo non è una novità.
Al tifoso pessimista, quello che vede fantasmi dappertutto, immediato appare lo spettro di Super-Balo e di quel bel talento scaraventato alle ortiche.
Si mette male.
E allora il Pibe di Fratta decide che quello è il suo momento.
Si prende tutta la scena.
Si carica sulle spalle il peso della squadra. Incita compagni e pubblico con un piglio e una decisione che non gli avevo mai visto.
Sarà lui e solo lui il protagonista.
Sparacchia in direzione Vomero il primo rigore.
Ma quattro minuti dopo è lui che torna sul dischetto con freddezza e concentrazione.
E non sbaglia stavolta.
La vittoria sarà confermata dal gran gol del Diamante Macedone in bella combinazione col Mariachi.
Partita anomala. Difficile per ora farsi un’idea della squadra che sta nella testa brillante del Brillantina.
Ma la vittoria serve almeno a placare i malumori della tifoseria che invoca a gran voce un esterno sinistro e un play. E forse non a torto.
Torna lo Special One di cui non perderò un’intervista.
I Sangue Oro sono i Sangue Oro di Mou.
Sornioni e attendisti. Doppietta dell’ex Veretout.
Piace molto Abraham. Ma piace assai di più l’Uzbeko
Gli stilnovisti di Italiano impressionano.
Nei primi 20 minuti una linea difensiva alta, aggressività e organizzazione da squadra che si sta attrezzando per dominare il gioco.
Ma la Roma ha un altro manico ed è più brava a portarla a casa.
Dazn si difende dalle accuse: “Dopo la terza dose il nostro segnale sarà perfetto”.