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La sorpresa è Charlie Brown Lobotka  

Letteralmente rinato. Veloce, pratico, propositivo. Un altro giocatore rispetto al timido e complessato cicciotto che conoscevamo

La sorpresa è Charlie Brown Lobotka  

Il Toy Boy è andato.

Ma il pirlocchio è ancora in panchina?

Buchi da tutte le parti fra le file bianconere.

Non solo a centrocampo dove agisce quel Danilo metodista, brillante invenzione del vispo mister dello scorso anno.

Ma anche in difesa. Dove tutti si muovono male, singolarmente e in blocco.

In attacco poi Acciughina rinuncia alla prima punta e ordina alla Joya di agire in una posizione non di sua competenza.

Un certo Luperto lo cancella dal campo. E firma la partita più bella della vita.

Senza paura la squadra di Farinata.

Spavalda, ordinata. Dimostra di saper giocare a calcio.

Nonno Aurelio aveva istruito per bene i suoi. Si può fare, aveva detto. Può essere una serata da raccontare a figli e nipoti.

Alla prima scalata imperfetta del Cuadrado colpevole, imbucata di Bajrami e splendida azione manovrata.

Scambio con Bandinelli, ancora Bajrami che va al tiro. Rimpallo, ma Mancuso è lì a insaccare da pochi passi.

E la serata diventa memorabile.

Leonardo Mancuso a ventinove anni segna il suo primo gol in A.

Allo Stadium.

Contro la società che lo acquistò cinque anni fa senza però mai vestirlo di bianconero.

Porta il numero 7 sulla schiena, Leonardo.

C’è un fantasma che circola a Torino.

Grazzie Empoli.

Promossa in Superlega per caso?

 

Luis Alberto bacia Ciruzzo di Torre.

L’iconica immagine è la sintesi di quattro gol e tre assist.

Tre gol l’uno, tre assist e un gol l’altro.

Fugati tutti i dubbi sull’adattabilità del napoletano a un modulo per il quale era stato lungamente beccato agli Europei.

Mancio no, Sor Polpetta sì.

Perché Sor Polpetta ruota con qualità pazzesche l’attacco, e consente a Ciro la giocata in verticale.

Come giocano bene gli Aquilotti!

Almeno dal centrocampo in poi.

Prevedo per loro l’inizio di un ciclo d’oro.

Prevedo per me sofferenza e notti di nostalgia.

 

Giulietti proprio in gamba.

Solidi dietro, ordinati nel pressing, qualità davanti. Con Zaccagni falso nueve davvero interessante.

Ottima partita. Vanno anche in vantaggio.

Poi il match è deciso dalle individualità Suninter e dai cambi di Inzaghi. Vidal indemoniato e soprattutto il Tucu Correa, giocatore dalle sconfinate qualità tecniche ma privo della castagna risolutiva.

Il tempo di posare le valigie, entra per il debutto e fa due gol sfolgoranti da bomber autentico.

 

Senza storia le sfide di Salerno e di San Siro.

Diavoli e Sangue oro sono due squadre che si somigliano.

Centrocampo compatto e concreto. In area due punteros di qualità. Giraud da una parte, Abraham dall’altra. Due calciatori sontuosi.

Ma soprattutto l’allegria, la spensieratezza che le due squadre mettono in campo.

 

Gli spalti di Marassi decretano il tramonto di un gemellaggio trentennale e la cosa dispiace.

In campo un Genoa letteralmente trasformato rispetto all’esordio a San Siro di sette giorni fa.

La gara serve al Napoli rimaneggiato per sperimentare la qualità delle seconde linee.

E la sorpresa è Charlie Brown Lobo.

Letteralmente rinato. Veloce, pratico, propositivo. Un altro giocatore rispetto al timido e complessato cicciotto che conoscevamo.

Il Fenicottero Andaluso sblocca con la specialità della casa. Fulmine di sinistro da fuori area.

La ripresa è vibrante. I Grifoni premono. Il gol di Pandev l’eterno, è annullato da un Var per una volta azzurro.

Impazzano sulle linee i due esterni grifoni.

Paolo Ghiglione a destra, Andrea Cambiaso a sinistra. Cognome nobile anche con una “s” in meno che lo distingue dal “Cuchu”.

Insieme confezionano il pari tutto sommato giusto. Ma non è finita.

Brillantina tira fuori il coniglio dal cilindro e manda in campo un imbronciato Petagnone, che sbatte i piedi perché vuole andare via.

Punizione del Barilotto lusitano, ormai, dopo la fuga del Toy Boy, divenuto il migliore giocatore portoghese del campionato, anche perché non ce ne sono altri mi pare.

Petagnone schizza di testa e decide la partita.

Brillantina pazzo di gioia gli urla: “Tu resti qui!”.

A Marassi, forse, visto che pare si stia accasando sulla sponda dei ciclisti.

Napoli a punteggio pieno.

Dopo la sosta gli ergastolani scenderanno al Maradona con cinque punti di ritardo. Interessante.

I lavoratori in quarantena rischiano un taglio degli stipendi.

Male che vada c’è sempre il Paris Saint Germain.

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