Godibile prestazione del Napoli (senza Manolas). Palle avanti-palle dietro e poi nello spazio, verticalizzazioni, recuperi rapidi e feroci del pallone. Determinazione da parte di tutti, segno che il gruppo è curato nella sua totalità
È stato un bel vedere Napoli-Pescara finita 4-0. Amichevole certo, l’ultima amichevole prima del campionato che comincerà domenica 22 con la sfida al Venezia a Fuorigrotta. Ma partita gradevole, in cui si è vista perfettamente l’idea di calcio di Spalletti. Quando, al 78esimo, è andato in scena il 4-0 di Zedadka al termine di un’azione nata da un triangolo isoscele tra Malcuit e Gaetano, i tifosi si sono dati i pizzicotti. Gli altri gol di Osimhen, Insigne su rigore e Ounas su azione personale.
Chi ha negli occhi la prima Roma di Spalletti, quella di cui ha parlato De Rossi nella sua intervista a SportWeek, oggi ne ha rivisto sprazzi. Verticalizzazioni e quei palla avanti-palla indietro e poi nello spazio che hanno esaltato Perrotta in quella Roma che incantò e innovò. Consentiteci di giocare. Pur essendo un’amichevole, noi abbiamo rivisto Perrotta nei panni di Elmas schierato da Spalletti interno di centrocampo al fianco di Lobotka, l’altro alfiere era Fabian Ruiz. Una volta soprattutto, il nord macedone ha ricordato quelle azioni della Roma che fu, su lancio di Mario Rui e tocco se non sbagliamo di Osimhen che ha lanciato Elmas: poi, solo davanti al portiere, è stato in troppo altruista e ha servito Politano poi anticipato.
Ma quel che conta è l’idea. E di idee se ne sono viste tante oggi a Castel di Sangro in Napoli-Pescara. Si è visto anche e soprattutto fame nel recupero del pallone con i calciatori pronti a rinculare, i centrocampisti lo hanno fatto più volte e bene. La condizione fisica è parsa fin troppo buona per essere a metà agosto.
Ottimo primo tempo, buona anche la ripresa. Dopo un anno e mezzo, i tifosi del Napoli hanno assaporato l’insolita sensazione di vedere calcio brillante (oltre a quella di avere un allenatore in panchina).
Nel primo tempo, il Napoli si è schierato con Meret, Di Lorenzo, Rrahmani (non Manolas), Koulibaly, Mario Rui, Lobotka, Fabian, Elmas, Politano, Osimhen, Insigne. Nella ripresa, dal primo minuto, Ounas Ospina e Malcuit per Politano, Meret e Mario Rui (con Di Lorenzo a destra). Poi, via via, sono entrati tutti (non Manolas). E chi è entrato, ha mostrato voglia, cattiveria (agonistica), determinazione: segno che c’è un lavoro, c’è un gruppo curato nella sua totalità senza figli e figliastri. Ounas ha giocato con evidente desiderio di mettersi in mostra.
I gol sono nati da accelerazioni, da palloni nello spazio. Nel primo tempo, al nono, gol di Osimhen su assist di Insigne (da destra!, lontanissimo dalla sua mattonella) imbeccato da Politano, gioco facile per il nigeriano. E poi al 18esimo raddoppio di Insigne su rigore su Elmas lanciato da Osimhen sul filo del fuorigioco.
Il Napoli è cresciuto, tocchi rapidi, ricerca della profondità. Il Pescara ha quasi sempre subito, ha solo colpito una traversa sull’1-0. Il resto è stato Napoli padrone del campo in maniera intelligente e compiuta, studiata.
Il Napoli ha mostrato sensibili miglioramenti rispetto alla partita con Ascoli. C’è più lavoro nelle gambe dei Nazionali e si vede. Spalletti ha fatto lavorare sulle verticalizzazioni e sul pressing alto. Ovviamente a sprazzi ma con apprezzabile intensità. Anche Osimhen, su azione personale ha sfiorato il palo, e quindi il 3-0. Un’altra volta è stato fermato per un fuorigioco che non è parso esserci.
A inizio ripresa è stato Ounas, con un’azione personale, sulla destra, a segnare il terzo gol. Osimhen se n’è mangiato uno da solo davanti al portiere, ben imbeccato da Fabian. Poi, i cambi sono diventati troppi. Anche se, prima di uscire, Insigne ha comunque servito un pallone delizioso a Petagna. Poi il 4-0 di Zedadka. E tanto divertimento con Ounas, Gaetano. Machach, e non solo.
Il Napoli di Spalletti lascia Castel di Sangro regalando una bella immagine di sé. Da ora in poi, ovviamente, si farà sul serio.