Al Corriere della Sera: «In mare ci sono le onde, le correnti da cavalcare, c’è il contatto fisico. Serve esperienza per capire come adattarti».
Gregorio Paltrinieri. Lo intervista il Corriere della Sera al ritorno da Tokyo. Fino alle Olimpiadi di Parigi proseguirà sia in piscina sia a mare. A Tokyo ha conquistato l’argento negli 800 stile libero e il bronzo nel fondo (a mare)
«Sì, ma è una fatica boia, sono due sport diversi. Andrò avanti, il nuoto di fondo mi piace sempre di più, spiritualmente mi sento in sintonia con quel mondo che ha meno vincoli, ognuno può esprimersi come vuole. Non è solo sport, è senso di libertà: nuotare
in mare è superbello»
Come cambia la preparazione tra piscina e mare?
«I lavori tecnici li faccio in piscina, per mettere a posto la bracciata, il ritmo di nuotata, la gambata. Su 10 allenamenti settimanali 7-8 li faccio in piscina. Gli altri in mare perché ci sono condizioni completamente diverse: ci sono le onde, le correnti da cavalcare, c’è il contatto fisico. Serve esperienza per capire come adattarti».
Racconta che
«la gara di fondo: era alle 6 del mattino, sono andato a letto alle otto di sera, credo neanche a 10 anni… Colazione alle 3 al buio pesto, al mare alle 4: in qualsiasi altro giorno dell’anno non lo farei neanche se mi pagassero, eppure ti giochi così una finale olimpica e un pezzo di carriera».