Su Il Giornale: «Che tristezza, la scuola a singhiozzo non ha fatto notizia, una partita di calcio sì. Scopriamo ora che la rete telefonica a banda larga da noi non funziona?»
Su Il Giornale c’è un interessante articolo di Nicola Porro che si autodenuncia: “non sono un esperto di calcio”. In soldoni, Porro scrive che per due anni la didattica a distanza degli studenti italiani ha funzionato a singhiozzo perché in Italia la rete a banda larga è poco diffusa. Ma nessuno ha mai protestato. È bastata una giornata del campionato di calcio per assistere a una vera e propria rivolta, con l’ingresso in campo delle associazioni di consumatori.
Dopo due anni di Dad, cioè di scuola a distanza, in cui ha funzionato praticamente nulla, oggi ci scandalizziamo se la rete telefonica a banda larga in Italia non funziona, oggi scopriamo che la rete a banda larga in Italia è a macchia di leopardo. Va benissimo il calcio, figurarsi. Ma perché per due anni abbiamo fischiettato quando 8,5 milioni di studenti hanno sofferto con i loro collegamenti? I genitori hanno pagato attraverso le loro tasse circa ottomila euro all’anno perché vengano educati i propri figli: altro che abbonamento a Dazn. E si sono beccati una scuola a singhiozzo e collegamenti ad intermittenza. Ma non hanno fatto notizia. Sì certo si è detto che la scuola non poteva essere a distanza. Ma chi si è lamentato della rete? Chi ha presentato denunce (magari qualcuno c’è e ce ne scusiamo preventivamente) per le numerose difficoltà, o in alcuni casi impossibilità, di collegamento con la propria classe?