Alfio Giomi, predecessore di Mei alla presidenza della Fidal, al Corriere: «Nell’atletica non ci si inventa nulla, dietro i risultati ci sono le società, civili e militari»
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera all’indomani della vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, Gianmarco Tamberi ringraziò l’ex presidente federale, Alfio Giomi, sostituito da Stefano Mei:
«Con me è stato immenso, mi ha fatto lavorare nel miglior modo possibile, mi ha messo nella condizione di allenarmi e lavorare al top del top risolvendo ogni problema».
Oggi lo stesso quotidiano intervista Giomi.
«Le parole di Gimbo dicono tutto. Da neopresidente, nel 2012, mi fu detto: non perdere tempo con quel Tamberi, non ha la mentalità dell’atleta. Più lo conoscevo più mi piaceva, invece. Siamo legatissimi. Pensare per cinque anni a una gara, ininterrottamente, e quel giorno tirare fuori la prestazione della vita è da pochissimi. Oggi ne parlo da amico, non più da dirigente. Gli sono stato vicino in tutto, gli ho fatto capire che ogni problema, piccolo o grande, era risolvibile. Lui è un visionario, come suo padre: due caratteri che si scontrano tutti i giorni. Ma il risultato è l’oro di Tokyo».
Su Filippo Tortu.
«Dopo un 200 corso forte da allievo, intervenni. Sentiva un dolorino, mi chiama il padre Salvino: non è niente, andiamo avanti. Ma io ero ancora sotto choc per l’infortunio in pedana di Daniele Greco, il triplista. Fatti vedere dal dottor Combi e poi ne riparliamo. Mi chiama Combi: non ha nulla. Insisto, fategli la risonanza. Mi richiama Combi dopo l’esame: se un giorno Filippo avrà risultati, mi dice, sarà perché gli hai fatto fare questo esame. Infiammazione dell’inserzione del tendine: fermo 9 mesi. Se penso al pianto di Tortu a Tokyo, piango anch’io».
Sui risultati ottenuti dall’atletica:
«Dietro i risultati c’è un’umanità immensa. Nell’atletica non ci si inventa nulla. La base di tutto sono le società, civili e militari: senza il nostro tessuto societario, i 5 ori non sarebbero mai arrivati. E il lavoro dei tecnici, cito per tutti Stefano Baldini, che ha lavorato benissimo con i giovani. Se ci dimentichiamo di questo, non capiamo il fenomeno del boom dell’atletica all’Olimpiade».