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«Zverev mi prendeva a pugni, mi ha quasi soffocata con un cuscino»

L’intervista su Slate alla compagna della medaglia d’oro a Tokyo: “Non ce la facevo più, ho cercato di uccidermi iniettandomi insulina”

«Zverev mi prendeva a pugni, mi ha quasi soffocata con un cuscino»
Roma 14/05/2019 - Internazionali BNL d'Italia / foto Antonietta Baldassarre/Insidefoto/Image Sport nella foto: Alexander Zverev

Due anni fa Olga Sharypova era a New York con Alexander “Sascha” Zverev, la star del tennis tedesco medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Frequentava Zverev già da un anno ed erano stati assieme anche da adolescenti quando entrambi erano giovani tennisti. Due anni fa Zverev ha premuto un cuscino sulla faccia di Olga fino a non farla respirare. Sharypova ha detto di essere corsa fuori dalla loro stanza d’albergo al Lotte New York Palace e di essere scappata, a piedi nudi, in strada, temendo per la propria vita.

Non era la prima volta che Zverev usava violenza su di lei, ha raccontato a Ben Rothenberg, free lance che solitamente scrive di tennis per il New York Times. Lo stesso giornalista, tra i più rispettati del circuito, ha raccontato su Twitter la complicata genesi di questa intervista pubblicata infine su Slate. Con un’elaborazione – dovuta anche ad un lutto personale – durata un anno.

I contenuti dell’intervista – pubblicata in una prima parte già un anno fa per la rivista Raquet – sono dirompenti.

Quel giorno, racconta Sharypova, è stata prelevata da un amico, Vasil Surduk, che l’ha portata in macchina nel New Jersey. Lì, ha detto, Surduk e la sua matrigna l’hanno incoraggiata a riconciliarsi con Zverev, portando il tennista a casa loro nella speranza di una riappacificazione. Sia Surduk che la sua matrigna, a cui ho fatto riferimento con lo pseudonimo di Mrs. V, hanno confermato la loro parte nella storia di Sharypova.

Sharypova ha continuato a frequentarsi e viaggiare con Zverev – scrive Rothenberg – accompagnandolo a settembre alla Laver Cup a Ginevra. Lì, ha detto, l’ha presa a pugni in faccia per la prima volta. Sconvolta e sentendosi isolata, Sharypova, che non è diabetica, si è iniettata dell’insulina e si è chiusa a chiave nel bagno della loro camera d’albergo. Un sovradosaggio di insulina può portare a un coma ipoglicemico o peggio. Mi ha detto: “Non avevo paura, volevo solo andarmene in qualche modo, perché non ce la facevo più”. Sharypova ha detto che Zverev ha trovato un funzionario della Laver Cup che l’ha convinta ad aprire la porta e le sono state somministrate quelle che crede fossero compresse di glucosio per contrastare l’insulina.

Nell’intervista Sharypova descrive ulteriori abusi fisici ed emotivi a Shanghai, nell’ottobre 2019. Compreso una lite violenta, di cui Zverev mostra i segni addosso persino mentre gioca.

L’anno scorso Zverev ha negato incondizionatamente le prime accuse di Sharypova, definendole “semplicemente non vere” in un post su Instagram, senza fare riferimento a dettagli specifici. Gli avvocati del giocatore hanno inviato al giornalista e Slate una lettera di diffida per evitare la pubblicazione dell’intervista.

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