A Francoforte era diventato un simbolo del gioco-fantasia. Ora ha litigato con tutti per soldi e sta rescindendo il prestito con l’Eintracht. Resta un giocatore del Napoli fino al 2023
A Napoli abbiamo una percezione “laterale” di Amin Younes, una sorta di Carneade azzurro. Ma in Germania ha ben altra rilevanza, tanto che al ritorno dall’Italia ne avevano fatto un simbolo: il giocatore di fantasia, tutto dribbling e istinto tanto che quel suo modo sbarazzino di giocare aveva innescato un programma federale di recupero del “gioco di strada”. Nientemeno. Non sorprende quindi che ora il suo destino sia sulle prime pagine dei quotidiani sportivi. Tra gli altri lo Spiegel gli dedica un lungo pezzo dal titolo “L’onore perduto di Amin Younes”.
La domanda a rimorchio è: che ha combinato Younes? In poche parole ha bisticciato con tutti, compagni, allenatore e società. La questione contrattuale – i soldi – è finita sui social ed è scoppiato l’odio popolare. Dai gol con l’Eintracht Francoforte al ritorno in Nazionale alle offese al supermercato è un attimo: “Vaffanculo, avvoltoio! Ti abbiamo tirato fuori dal fango”, gli hanno gridato qualche giorno fa, scrivono i giornali.
Per lo Spiegel Younes è “l’esempio di come le carriere nel mondo del calcio possano passare dalle stelle alle stalle in brevissimo tempo”.
L’Eintracht ha annunciato che gli rescinderanno il contratto. “Younes ora è senza club. La sua reputazione è maltrattata. Come sono arrivati a questo? Amin Younes era in nazionale. Lo scorso febbraio l’Eintracht ha battuto i campioni del Bayern Monaco per 2-1 e lui ha segnato il gol della vittoria con una corsa in solitaria e un tiro angolato, un gol che il suo allenatore Adi Hütter ha poi definito “di classe mondiale”. Sembrava una storia di successo. “Ho trovato il mio porto”, diceva a maggio in un’intervista alla FAZ parlando dell’Eintracht. Quattro mesi dopo non ne resta più nulla”.