“Ha sempre fatto benissimo. Il suo problema è che ha dovuto misurarsi con le leggende. Quella del padre, nel cinema, e quella di Maradona nel calcio”
Il Napoli per Aurelio De Laurentiis è come La strada di Fellini per il padre Dino. O Le notti di Cabiria. O Conan il barbaro, King Kong o persino Dune di David Lynch. Se il padre del Presidente del Napoli è stato “un mostro che ha cambiato il cinema e uno degli italiani più universali al mondo”, il calcio è la via che potrebbe tenere su la leggenda di famiglia per il nipote Aurelio, che “si è arricchito realizzando una manciata di produzioni un po’ dimenticabili”.
L’attacco del pezzo che Daniel Verdù dedica su El Pais a De Laurentiis pare un po’ denigratorio, invece è un elogio alla gestione accorta e suo modo vincente di una squadra presa dal fallimento.
Verdù ricorda la genesi dell’attuale Napoli, gli investimenti e anche le scelte tecniche “quasi sempre azzeccate”, fino ad arrivare a Spalletti e alla squadra prima in classifica a punteggio pieno.
Il suo problema, scrive El Pais, è che ha dovuto misurarsi con le leggende. Quella dello zio Dino, nel cinema, e quella di Maradona nel calcio.
“Il problema è che, come accaduto in famiglia, ha dovuto misurarsi con la gigantesca leggenda di Maradona. De Laurentiis ha giocato a poker sul mercato quest’estate, ha segnato un bluff e ha detto di non avere una lira. Ma il vecchio giocatore poi non ha venduto un solo giocatore e ha chiuso l’acquisto di Politano dall’Inter per 18 milioni. La parte migliore è che ha ingaggiato Luciano Spalletti, un manager ambizioso che ha riportato in vita la squadra.
“Resta da vedere se Spalletti resisterà tranquillamente al sarcasmo del suo presidente, che nei suoi film tollera solo certe battute brutte”.