Gioca nel Fortaleza. Esterno destro “a tutto fascia”, finora ha avuto numeri da vera e propria ala (cinque gol e cinque assist in campionato) uniti a tanto sacrificio
Si è svolto, tra domenica notte e questa notte, l’ultimo turno del girone d’andata del Brasileirão 2021, turno che ha visto la disputa di solo cinque incontri su dieci, dal momento che i restanti cinque sono stati rinviati a causa degli impegni delle varie Nazionali nelle gare di qualificazione al prossimo Mondiale.
Va segnalato, altresì, che prima delle sfide dell’ultima giornata, è andato in scena, venerdì scorso, il recupero della 14.esima rodada tra Juventude e Fluminense, terminato sul punteggio di 1-1.
Torna alla vittoria, dopo ben otto gare, il Bahia che sotto la guida del nuovo tecnico (l’argentino Dabove, alla sua seconda gara sulla panchina della squadra di Salvador) supera 4-2 in casa il fin qui sorprendente Fortaleza (terzo in classifica e ai quarti di Copa do Brasil) con quattro reti del centravanti colombiano Rodallega, che diventa così il dodicesimo calciatore nella storia del Brasileirão ad aver realizzato un poker in una gara di campionato e a ben sei anni di distanza dall’ultima volta! Da segnalare, nel Fortaleza, l’ennesimo gol (il quinto in diciotto gare disputate) di Glaybson Yago Souza Lisboa, detto Pikachu, autentica rivelazione di questa prima parte di stagione. L’esterno destro “a tutto fascia” brasiliano (ex Vasco da Gama), che per tipologia di calciatore ricorda un po’ Cuadrado (o un Christian Maggio ma più tecnico…), ha finora avuto numeri da vera e propria ala (cinque gol e cinque assist in campionato, due gol e due assist in Copa do Brasil), uniti a tanto sacrificio e tanta corsa su e giù per la fascia, come un vero esterno basso.
Vittoria casalinga anche per il Cuiabá che batte 2-1 un deludente Santos (due pareggi e quattro sconfitte nelle ultime sei gare tra campionato e coppe e quattordicesimo posto in classifica, risultati che hanno comportato l’esonero dell’allenatore Diniz); pareggio a reti bianche tra l’Athletico Paranaense e lo Sport Recife di Hernanes (espulso). Risale la Fluminense (otto punti nelle ultime quattro gare con Marcão in panchina) che supera 2-1 in trasferta il fanalino di coda Chapecoense, che chiude così il girone d’andata con zero vittorie, sette pareggi e dodici sconfitte. Rallenta la rincorsa del Corinthians che non va oltre il pareggio per 1-1 nella gara casalinga con la Juventude.
Corinthians che, tra l’altro, la settimana scorsa ha festeggiato l’anniversario numero 111 della sua nascita. Fondato il 1° settembre 1910 da un gruppo di operai, la società di San Paolo (che è seconda per numero di sostenitori soltanto al Flamengo e che è tra le più titolate di tutto il Brasile) è da sempre considerata la squadra degli strati più popolari della città paulista (in contrapposizione ai club espressione dell’élite cittadina), tanto da essere conosciuta in patria come “O time do Povo” (La squadra del Popolo).
Questa forte connotazione “popolare e di sinistra” si è radicata sempre più nel corso degli anni, tanto da sfociare, agli inizi degli anni Ottanta nella famosa “Democracia Corinthiana”: nell’aprile 1982 alcuni calciatori del Corinthians, tra cui Socrates, Wladimir e il futuro centravanti di Ascoli e Torino Walter Casagrande, pongono in essere una vera e propria sorta di “autogestione” all’interno dello spogliatoio e, di fatto, dirigono la squadra affiancando nelle varie decisioni il tecnico e i dirigenti, finanche nella scelta dei calciatori che faranno parte della formazione titolare da mandare in campo, formazione che viene stabilita ai voti dai vari componenti della squadra. Tale “gestione democratica”, durata due anni (è terminata nel 1984 con la partenza dei leader carismatici Socrates e Casagrande), dal punto di vista sportivo condurrà il Timão alla vittoria di due campionati paulisti consecutivi, mentre nel Brasileirão il Corinthians si fermerà alle semifinali nel 1982 e l’anno successivo non andrà oltre il terzo turno a gironi, non riuscendo così ad accedere al tabellone dei quarti di finale; dal punto di vista economico, invece, la Democracia Corinthiana consentì di risanare le casse della società, oberate dai debiti accumulati della precedente gestione.
Nel corso di questi 111 anni il Corinthians ha conquistato il titolo nazionale in sette occasioni (la prima nel 1990, l’ultima nel 2017); ha inoltre vinto ben trenta volte il Campeonato Paulista (diventando la squadra con il maggior numero di affermazioni in tale competizione), tre volte la Copa do Brasil, una Copa Libertadores nel 2012, anno in cui salì sul tetto del mondo vincendo anche il Mondiale per Club (ultima squadra sudamericana ad aver vinto il titolo di campione del mondo), superando in finale il Chelsea di Rafa Benitez e una Recopa Sudamericana nel 2013. In realtà il Corinthians annovera nella propria bacheca anche il Mondiale per Club del 2000, vinto battendo in finale ai rigori i connazionali del Vasco da Gama, ma quella era un’edizione “sperimentale” della manifestazione che soltanto cinque anni dopo prese il posto della vecchia Coppa Intercontinentale!
Ha preso finora parte a 49 edizioni sulle 51 totali del Brasileirão, saltando solo le edizioni del 1979, anno in cui si ritirò dalla competizione e decise di non partecipare, insieme a San Paolo, Santos e Portoguesa, a seguito del diniego dell’allora Confederação Brasileira de Desportos (poi discioltasi e sostituita dall’attuale Confederação Brasileira de Futebol) alla richiesta avanzata dai quattro club paulisti di essere ammessi direttamente al terzo turno, al pari delle due finaliste dell’anno precedente Guarani e Palmeiras, e quella del 2008, anno in cui partecipò al campionato di Serie B a seguito della retrocessione (l’unica della sua storia) del 2007, ossia appena due anni dopo aver vinto il campionato nazionale (campionato poi conquistato anche nel 2011, ovvero dopo soli tre anni dal ritorno in massima serie).
Tantissimi i calciatori famosi che hanno vestito, negli anni, la maglia bianconera del Timão: tra questi, oltre ai già citati Socrates e Casagrande, ricordiamo il portiere Gilmar, campione del mondo nel 1958 e nel 1962, esattamente come Garrincha, che passò al Corinthians dopo aver militato per circa dodici anni nel Botafogo, Rivelino (campione del mondo nel 1970 in Messico), Dunga (capitano della Seleção campione del mondo nel 1994), l’ex portiere milanista Dida, campione del mondo nel 2002 insieme agli attaccanti Rivaldo e Ronaldo (il cui passaggio al Timão nel 2009 fece andare letteralmente in bestia i tifosi del Flamengo, squadra di cui il “Fenomeno” si era sempre proclamato tifoso e alla quale si era già “promesso”…), gli argentini Mascherano e Tevez (portati a San Paolo dal potente procuratore iraniano Kia Joorabchian, negli anni in cui, attraverso la sua Media Sport Investment, riuscì ad assicurarsi il controllo del club), l’ex attaccante del Milan Pato, l’ex romanista Paulo Sergio, gli ex napoletani Edmundo e Fredy Rincon, l’ex portiere di Genoa, Palermo e Juventus Rubinho, l’ex Barcellona e Arsenal, nonché ex secondo di Roberto Mancini al Manchester City e all’Inter, Sylvinho (e attuale tecnico del Corinthians!) e molti altri ancora, mentre tra gli allenatori celebri ricordiamo Mario Travaglini (allenatore durante la succitata esperienza della Democracia Corinthiana), Vanderlei Luxemburgo (che alla guida del Corinthians vinse il campionato nel 1998), Mario Manezes (che guidò i bianconeri alla vittoria del campionato di serie B nel 2008) e, su tutti, l’attuale selezionatore della Nazionale verdeoro Tite, che col Corinthians ha vinto due campionati brasiliani (nel 2011 e nel 2015), la Copa Libertatores e il Mondiale per Club nel 2012 e la Recopa Sudamericana nel 2013.
Per festeggiare il suo 111° compleanno, la società paulista si è “regalato” l’ex centrocampista/attaccante esterno di Chelsea e Arsenal William, che proprio nei giorni scorsi ha rescisso il contratto che lo legava ai Gunners per altre due stagioni con uno stipendio complessivo da quasi 25 milioni di euro e, pur di tornare in patria e vestire la maglia del Timão, ha rinunciato a circa il 70% di quanto avrebbe percepito a Londra!