Sembra uno scherzo, invece è tutto vero. Andrebbe denunciato allo sportello “Difendi la città “. Come sia possibile pensare di guadagnare voti così, è un mistero
Caro Napolista, mi ero ripromessa di non scrivere una parola sulla patetica campagna elettorale alla quale ci stanno costringendo ad assistere i candidati a sindaco di Napoli, ma c’è un limite a tutto. E il limite, se non era stato ancora oltrepassato con le comparsate nel ritiro del Napoli in Abruzzo, con la pizza come cavallo di battaglia e con la diatriba sul se sia meglio tifare Napoli o Juventus, è stato abbondantemente superato con la pantomima a cui si è prestata Alessandra Clemente, degna della peggiore commedia trash.
La Clemente aveva già smesso di essere credibile, per me, con i manifesti elettorali con il ritocchino, ma quelli – pensai all’epoca – saranno pure affari suoi. Il video elettorale, però, no. Di fronte a questo, che non esito a definire un oltraggio alla città ed alle sue donne, non si può più tacere.
Mi riferisco, per chi non lo sapesse, al video prodotto da Luca Sepe ed interpretato dalla Clemente. Un video osceno, a dir poco, a corredo della canzone “Ce vo na’ femmena” (scritto proprio così), che Luca Sepe, “cantautore” che si diletta soprattutto in parodie, presenta sui social così:
“Luca esprime, attraverso la melodia ed un testo significativo, il suo supporto ad Alessandra, alla città ed alla donna in genere”.
Nel testo “significativo”, così come nelle immagini, ci sono tutti i peggiori luoghi comuni sulla nostra città, dal lungomare alle sfogliatelle, dai vicoli alle bandiere. Ma la cosa più agghiacciante è che c’è la Clemente, consapevole di esserci.
Viene ritratta sorridente e leggiadra, mentre cammina tra la gente portando a spasso il suo trolley, mentre il testo purtroppo scorre, tradotto, più o meno così:
“ci vuole una femmina per alluccare dentro ai quartieri, per fare luce quando è sera, perché Napoli è della gente e per me ci vuole la Clemente per aiutarla”.
O ancora:
“ci vuole una femmina decisa per aiutare questo paradiso, una femmina che conosce i sacrifici che ha sofferto e non te lo dice, perché Napoli è mammà e una mamma dice sempre la verità”.
Ecco, Napolista, credo che nessuno di noi meriti questo scempio. E’ a dir poco imbarazzante.
Per buona parte del video, in effetti, mi sono chiesta se non fosse uno scherzo, se Luca Sepe non gliel’avesse fatta sotto al naso (in realtà mi sono risposta di no alla prima inquadratura della candidata a sindaco, che appare purtroppo pienamente consapevole di quanto sta facendo e sembra anche divertirsi), ho interrotto la visione per andare a cercare su Internet eventuali querele mosse dalla Clemente a Luca Sepe per aver infangato la sua immagine. Non ne ho trovate e allora sono tornata mesta a far scorrere le immagini. Ipnotiche per quanto trash e mortifere. Con la scena finale della Clemente che finalmente si congiunge con il suo cantore e gli mette un braccio sulle spalle beandosi di tanta poesia, ho capito che purtroppo è stata lei a prestarsi. E lì ho capito anche di non poter più tacere.
Dimenticavo il pezzo forte: nel video viene anche chiaramente inquadrata Elena Coccia, candidata al consiglio comunale con la Clemente. E pure Tina (di Tina e Angelo, i fruttivendoli dei Quartieri Spagnoli), candidata anche lei con la Clemente, intenta a scoperchiare una grandissima e meravigliosa – nelle intenzioni degli autori e degli interpreti – pentola contenente salsicce e friarielli. Sì, hai capito bene.
Insomma, Napolista, e gente tutta: questo non è uno scherzo né un’esercitazione, è un vero e proprio spot elettorale. Ma sarebbe meglio definirlo un oltraggio alla città. Quantomeno imbarazzante per tutti i cittadini normali che non vanno certo a lavorare con il mandolino riposto nella borsa, che magari non gradiscono le sfogliatelle né i friarielli, che pensano che una città come Napoli necessiti di un politico vero, non di un guitto e neppure di una pantomima come questa. Dovremmo segnalare il video allo sportello “Difendi la città”, tanto amato dal sindaco de Magistris, con cui fino a pochi mesi fa, la Clemente, del resto, andava a braccetto. Quel video, quel testo, quelle comparsate sono una vergogna. Un motivo per non tacere.
E sono ancora più vergognose per noi donne. Un punto su cui riflettere, ritengo, in giorni in cui i social e i giornali si riempiono di un tristissimo dibattito sulla statua della Spigolatrice di Sapri. Quella sì che è una femmina, Napolista, una donna. Altro che la mamma di Napoli e la Clemente, che, per il momento, desta solo tanto, tanto imbarazzo.
L’unica domanda che sorge spontanea è la seguente: davvero crede di recuperare voti con una roba del genere? Che credibilità politica può avere una candidata che si presta a recitare in un video del genere?