Su La Verità. In Lega Serie A c’è chi la ritiene un’istigazione a delinquere e soprattutto un aiuto a Genoa e Samp che hanno appoggiato Gravina

La Figc ha deciso che le squadre di calcio di tutte e tre le serie non debbano pagare Irpef e contributi Inps in scadenza nei mesi di settembre, ottobre e dicembre. Lo scrive La Verità, ed in effetti è tutto scritto in un comunicato ufficiale firmato dal segretario generale Marco Brunelli e dal presidente Figc Gabriele Gravina.
Nel comunicato si legge che gli adempimenti fiscali «sono sospesi fino a nuova determinazione». Peccato che, però, il Ministero fosse all’oscuro di tutto.
“la nota, che si è fatta sentire nelle stanze del ministero dell’Economia dove sembrano siano del tutto all’oscuro dell’iniziativa di Gravina. Nonostante il capo di gabinetto del Mef, Giuseppe Chinè, sia anche procuratore generale della stessa Figc. Del resto perché il calcio dovrebbe essere esentato dal pagare le tasse mentre tutti gli altri settori sono costretti a farlo? E soprattutto può un semplice organo di controllo come la Figc prendere un’iniziativa di questo tipo?”.
Il quotidiano racconta che un paio di mesi fa Gravina aveva provato a incontrare il presidente del Consiglio Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, ma che l’incontro era saltato.
“In via Rosellini a Milano, sede della Lega serie A, c’è chi arriva a dire che il comunicato Figc sia di fondo un’istigazione a delinquere. E soprattutto potrebbe rappresentare un aiuto da parte di Gravina a due società che in questi anni lo hanno appoggiato in consiglio federale: ovvero Genoa e Sampdoria“.
Che sono i due club più indebitati e dunque sarebbero parecchio agevolati dalla sospensione dei pagamenti.
La Verità scrive:
“In teoria un modo per venire incontro alle società di calcio ci sarebbe stato, cioè quello di chiedere ai calciatori di rinunciare almeno a un 8% del proprio stipendio. Ma a quanto pare Gravina avrebbe glissato su questa ipotesi per non inimicarsi l’Aic, associazione nazionale calciatori che vanta 52 delegati in assemblea, circa il 20% dei votanti. Per Gravina è meglio pesare sulle casse dello Stato piuttosto che sui giocatori”.