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Spalletti: «Chi non si sente titolare a entrare a partita iniziata non può fare il titolare neanche dall’inizio»

A Dazn: «Non sono tuo amico se non mi dai la maglia, è un discorso sbagliato. Questo non è il comportamento che debbono avere»

Spalletti: «Chi non si sente titolare a entrare a partita iniziata non può fare il titolare neanche dall’inizio»

Il tecnico del Napoli Luciano Spalletti ha parlato ai microfoni di Dazn al termine della sfida contro il Cagliari

Questo Napoli continua a vincere, ma ci sono dati negativi

«Ma noi abbiamo già perso, abbiamo perso negli anni passati e anche contro il Benevento quest’anno. Per cui questo è un dato negativo, poi dobbiamo migliorare la qualità in trequarti, perché noi abbiamo qualità per andare a chiudere partite come quella di oggi dove andavamo al limite dell’area»

Come si sta sull’attico del condominio ora?

«Certo ma noi dobbiamo ancora crescere, perché c’è potenzialità. Stasera abbiamo fatto una buona partita perché l’abbiamo sempre gestita senza andare in affanno, se l’avessimo chiusa prima sarebbe stato meglio perché oramai la gente si aspetta tanto e quando prendi un tiro in porta o un gol bisogna vedere come si reagisce. Quindi bisogna essere coscienti di quello che siamo e sapere dove si vuole andare e stare attenti perché ci sono squadre che devono entrare a regime»

Anguissa da un punto di vista tattico si è subito ambientato

«È chiaro che in Premier sono tutti fisici rispetto all’Italia dove si prediligono altre caratteristiche. Lui è un calciatore che alla fine del primo tempo viene negli spogliatoi e parla di cosa è successo intorno a lui durante il primo tempo. È incredibile come si è inserito anche con i compagni»

Siete un gruppo vero, anche chi è subentrato

«Chi non si sente titolare a entrare a partita iniziata non può fare il titolare neanche dall’inizio, perché ha una personalità che pensa solo a se stesso»

È una rarità?

«Dipende. Per poter ambire ad entrare in Champions bisogna che sia una qualità diffusa, se uno non ce l’ha bisogna che lo aiutino i compagni e che glielo si faccia capire. Non sono tuo amico se non mi dai la maglia, è un discorso sbagliato. Questo non è il comportamento che debbono avere. Fino ad ora c’era da entrare in condizione e da far tirare la caretta a qualcuno, non c’era bisogno di fare turnover. Quando giochi così spesso ci vogliono calciatori che si sono allenati bene e non che hanno il naso storto perché non hanno giocato. Io oramai ho 63 anni, sono stato un calciatore scarso e un allenatore scarso però mi sono sempre fatto il mazzo dalla mattina alla sera e qualche volta ho vinto contro allenatori più forti. Quando vedo calciatori che hanno qualità e non ci mettono impegno per completarla con l’allenamento mi girano»

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