Record degli allenatori espulsi. Disparità di Var, gestione avventata dei cartellini. Acciughina sbaglia formazione: preferire Kulusevski a Chiesa, è un suicidio
FALLI DA DIETRO – 9° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
Arbitri in confusione.
Record degli allenatori espulsi. Disparità di Var, gestione avventata dei cartellini.
Su tutti i campi o quasi risuona la protesta contro decisioni che falsano i reali valori espressi dal terreno di gioco.
Valeri al Dall’Ara.
Partita dai mille volti.
E mille sono le polemiche sugli episodi che hanno deciso la gara.
Probabilmente deve essere l’anno dei rossoneri.
Minuto 20 Soumaoro strattona Krunic lanciato verso la porta.
Rosso troppo amichevole.
Il bosniaco non sarebbe mai arrivato sul pallone.
Tuttavia il Bologna in inferiorità numerica recupera due gol.
E sta per fare l’impresa.
Il Milan è brutto. E anche un po’ presuntuoso.
Forse per via della presenza di Ibra.
Minuto 13 della ripresa duro intervento di Soriano su Tourè.
Rosso.
E allora i rossoneri vincono.
Ma vincono col fiatone.
Vincono grazie a una giocata di un singolo.
La splendida randellata di Bennacer.
I rossoneri vincono ma paradossalmente svelano il loro momento complicato.
Due gol a partita subiti sono sempre tanti, se si vuole puntare in alto.
Per ora intanto vincono. E sanno vincere anche quando non meritano.
E non è poca roba.
Massa all’Olimpico.
E’ la giornata dei Derby. Dalle Ande alla Manica.
Al Maracanà il Flu-Fla lo vincono i Tricolores.
Autentico dramma all’Old Trafford dove Salah strapazza i Reds facendo andare fuori di testa il Toy Boy.
Al Nou Ancelotti si prende il primo Clasico senza la Pulce.
E’ Derby anche all’Olimpico.
Brillantina si becca i cori pro-Pupone e i napoletani si beccano i cori contro i napoletani.
Sangue-oro reduci da sei sberle scandinave, hanno qualcosa da farsi perdonare.
Partita non spettacolare ma intensa che cresce di minuto in minuto.
Mou toglie spazi e profondità a Osi e ricorre all’antico.
Marcatura a uomo anche sulle fonti di gioco.
Primo episodio. Con il giallo sulle spalle, Abraham piazza i tacchetti in fronte al Signorinello Pallido.
Sarebbe secondo giallo, dunque espulsione.
Nella ripresa venti minuti d’azzurro pieno. Ma non si riesce a chiudere.
L’ultima mezz’ora è avvincente. Capovolgimenti di fronte continui.
Secondo episodio. Scarpata di Matías Viña a Zambo in piena area di rigore. Il Var tace.
Si può vincere, si può perdere. Non vince nessuno.
Chi perde certamente è il direttore di gara.
Aveva prima espulso Mou.
Poi l’espulsione di Brillantina è proprio una scena boccaccesca, visto che lui di Certaldo è.
Girandosi, Massa scopre il mister che applaude.
Ma lui si offende. “Che fai mi sfotti?”. “Io? Nooo! Non ti sfotto! Ti ho detto bravo! Ma sinceramente”. “Tu mi sfotti! Tieh!”
E gli mostra il rosso.
Mariani a San Siro.
Emozionante vedere gli spalti pieni dopo due anni.
Non emoziona la gara.
Due episodi, uno all’inizio l’altro alla fine, decidono la partita.
In mezzo, molta noia.
Acciughina sbaglia l’undici iniziale.
Preferire Kulusevski a Chiesa, è un suicidio.
Tutta la Juve parte in confusione, disposta male.
Senza centrocampo, senza attacco.
Solo l’ingresso della Joya accende qualche lampadina.
Al minuto 89 l’episodio più discusso della giornata.
Casualmente ancora a favore della Vecchia.
Contatto al limite dell’area tra Dumfries e Alex Sandro.
E’ un episodio del tutto simile a quello registratosi all’Olimpico un paio di ore prima, con contatto Vina-Zambo.
In entrambe le situazioni non c’è intervento del direttore di gara.
Sugli spalti di Roma e Milano nessuno si accorge di nulla.
Massa non vede. Mariani sorvola.
La differenza è nell’interpretazione del Var.
A Roma Di Bello tace.
A Milano Guida interviene.
Il designatore Rocchi, quello che festeggiava gli scudetti ergastolani negli spogliatoi facendosi schiumare allegramente dal Cacapò, chiude il discorso: “Giornata ottima per gli arbitri. Conduzioni perfette.”
Così mi tocca essere d’accordo col Gasp che invita gli arbitri a uscire allo scoperto e argomentare i motivi delle decisioni prese.
Quando Sor Polpetta vede il Ciolito, sbianca.
Con lui prima ci perse uno scudetto, con una tripletta.
Ora tracolla a Verona addirittura con un poker.
Poveraccio il Sor Polpetta.
Aveva anche dovuto in precedenza giustificare la convocazione di Romano Mussolini, il figlio di Alessandra, biascicando: “Beh, nelle giovanili ha anche fatto cose buone”.