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Costanzo: «La Vitti mi spinse verso Maria De Filippi. Disse che si capiva dalla voce che era intelligente» 

Al CorSera: «Devo tutto a Montanelli. Per Andreotti il Vaticano contava più dell’Italia. A Baudo feci la guerra perché a Mediaset voleva comandare»

Costanzo: «La Vitti mi spinse verso Maria De Filippi. Disse che si capiva dalla voce che era intelligente» 

Mercoledì Maurizio Costanzo inizierà la quarantesima stagione del suo mitico show. Il Corriere della Sera lo intervista. Racconta i suoi primi ospiti (Eva Robbins e Paolo Villaggio) e tanti delle centinaia di personaggi politici e dello spettacolo che ha intervistato in 40 anni. Tra questi, Montanelli.

«Confessò che non si dava pace per non aver potuto aiutare sua moglie, Colette Rosselli, a morire. A Montanelli devo tutto. Mio zio mi faceva leggere i suoi articoli sulla terza pagina del Corriere. Mi invaghii. Così, a 14 anni, gli scrissi una lettera. Incredibilmente mi rispose. Mi invitò alla redazione romana. Poi nella sua casa di piazza Navona, a pranzo con Carlo Laurenzi: un uomo raffinatissimo, che lo divertiva con i suoi bon mots. Montanelli mi ha seguito per tutta la vita. Mi fece pure assumere da Afeltra al Giorno».

Su Andreotti:

«La prima volta venne a Bontà loro. Arrivò in anticipo, lo trovai già seduto in studio, e pensai a uno scherzo, credevo fosse Noschese. Un’altra volta raccontò che aveva fatto la dichiarazione d’amore a Livia, la donna della sua vita, al cimitero. Alla fine mi disse: “Pensa che due miei compagni di scuola sono diventati cardinali; loro sì che hanno fatto carriera”. Andreotti era primo ministro. Ma per lui il Vaticano contava più dell’Italia».

Su Cossiga:

«Andai a trovarlo durante il caso Moro. Lui era ministro dell’Interno, io direttore della Domenica del Corriere. Gli chiesi cosa si sapesse. Cominciò a urlare: “Di Moro non sappiamo un cazzo!”. Capii che era disperato».

Tra gli ospiti dello show anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Proprio per la sua vicinanza ai due magistrati Costanzo ha subito anche un attentato mafioso, nel 1993. Dice che secondo lui lo salvò suo padre.

«È morto che avevo ventidue anni, non ha potuto vedere quello che ho fatto. È il mio grande rimpianto. Non c’è mattina in cui mi sveglio e non penso a papà mio. È come un angelo protettore. Spero tanto di rivedere lui e la mamma».

Più che credere nell’Aldilà ci spera, dice.

«Credo un po’ anche alla reincarnazione: da secoli siamo sempre gli stessi. Io ad esempio penso di essere stato un monsignore. Ma mi sarebbe piaciuto vivere a Betlemme, e veder arrivare i Re Magi».

Racconta come incontrò Maria De Filippi.

«A Venezia, in un convegno. Poi mi raggiunse a Roma. Monica Vitti la sentì parlare nella stanza a fianco, senza vederla, e mi disse: “Senti che voce profonda, pare la mia. Dev’essere una donna intelligente…”. Insomma, Maria ebbe la benedizione di Monica Vitti. L’anno scorso abbiamo festeggiato le nozze d’argento. Il quarto matrimonio finalmente è stato quello giusto».

Quando a Canale 5 arrivò Pippo Baudo, Costanzo gli fece la guerra.

«Un po’ sì. Ma quello voleva comandare. Cominciò a sgridare la gente... Ora siamo in ottimi rapporti».

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