Mi riscopro in questo atteggiamento dopo la sconfitta di ieri sera e me ne rammarico perché impedisce uno sguardo più distaccato e più responsabile
Il Napoli è molto simile a Napoli, almeno visti dall’esterno. Una squadra e una città che adoriamo acriticamente fino alla prima delusione, della sconfitta sul campo o della biglietteria che manca nella nuova stazione della metro Duomo. Allora ecco che arrivi a detestare la squadra e la città, a passare da un estremo all’altro, dalla città unica e meravigliosa a “qui non funziona niente”. Mi riscopro in questo atteggiamento dopo la sconfitta di ieri sera e me ne rammarico perché impedisce uno sguardo più distaccato e soprattutto maggiormente responsabile.
Le cose succedono nel bene e nel male, grazie alle nostre azioni. I motori immobili rimangono scuse per i pigri, i furbi e i perdenti. Non aver chiuso la partita subito è la vera responsabilità della squadra in campo, così come approfittare delle inefficienze dell’azienda trasporti e scroccare un giro in metro gratis per 4 (come purtroppo ammetto di aver fatto io accondiscendendo all’invito dell’addetto dell’Anm che ci apriva il tornello perché “fare il biglietto è troppo difficile, non si preoccupi dottore”) invece di protestare e pretendere servizi decenti è compito di ciascuno di noi.