Partita senza storia. Ai biancocelesti il possesso palla e gli alibi dell’assenza di Immobile e di aver giocato giovedì. L’effetto derby è già svanito

Chissà la reazione di Mourinho. “Avevo detto io che abbiamo perso con piccola squadra”. Forse sarà stata questa la sua frase, chissà. Fatto sta che la Lazio di Sarri, dopo aver vinto il derby, è naufragata a Bologna contro la modesta squadra di Mihajlovic che fin qui aveva battuto solo (e a stento) Salernitana e Verona. È finita 3-0. È stata una partita senza storia. Ovviamente i biancocelesti hanno vinto il premio possesso palla (62%). Che è un po’ come la carta bianca di decurtisiana memoria. Ora le due squadre sono a pari punti in classifica: 11.
Sarri, immaginiamo, se la prenderà con la Lega Serie A. Con le 61 ore di differenza tra la partita di Europa League e quella di campionato. La Lazio ha anche un secondo alibi: l’assenza di Immobile. Ce ne sarebbero anche altri due: le presenze di Hysaj e Reina. Ma questi sono soggettivi.
La partita dura 17 minuti: i rossoblù erano già 2-0, più o meno come accadde nel primo anno sarrita a Napoli. Il primo gol è da torneo scolastico. Lancio di cinquanta metri, Musa Barrow si beve Marusic e sfodera un tiro splendido che va a morire sul secondo palo. Tre minuti e un calcio d’angolo passa sopra la testa di Reina che può vedere il terzino belga Theate saltare su Hysaj e depositarla in rete. Nella ripresa il terzo, del giovane terzino Hickey con la complicità del portiere spagnolo. La Lazio non pervenuta, tranne che per l’espulsione di Acerbi e qualche spunto di Pedro.
È la seconda sconfitta in campionato dopo quella, altrettanto netta, contro il Milan. L’effetto derby è già svanito.