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Milo Manara: «Oggi si censura l’eros e non la violenza, così Internet diventa luogo della pornografia»

Al CorSera: «L’erotismo rende il sesso uno strumento di conoscenza del mondo. Il corpo è nulla senza la psicologia, Fellini lo aveva capito»

Milo Manara: «Oggi si censura l’eros e non la violenza, così Internet diventa luogo della pornografia»

Sul Corriere della Sera una lunga intervista al disegnatore Milo Manara. Feltrinelli ha pubblicato da poco la sua
autobiografia «A figura intera».

Definisce la valenza culturale dell’erotismo:

«Qual è l’impulso più forte, quello che non si può sopprimere? Il sesso. E che cosa rende il sesso uno strumento di conoscenza del mondo? L’erotismo. È quello che ho sempre cercato di fare con i miei disegni. Raffigurando un corpo femminile che non sia semplicemente erotizzato, ma che abbia una sua grandezza. Ecco perché — almeno così mi dicono le tante femministe che apprezzano il mio lavoro —, nonostante le forme e la nudità, le donne che io rappresento conservano una certa distanza».

I corpi delle sue donne non sono perfetti come sembrano.

«Non sono perfetti. Se le sembrano tali è perché sono riuscito a rendere la psicologia di un personaggio. Il corpo non è nulla senza la psicologia. Questo lo aveva intuito perfettamente Federico Fellini, che era un ottimo disegnatore perché non faceva caricature, ma ritratti psicologici».

Manara racconta un aneddoto che coinvolse Umberto Eco.

«Con Umberto Eco accadde una cosa imbarazzante. Amici in comune mi avevano detto che sua figlia Carlotta, all’epoca adolescente, era una mia ammiratrice. Allora le mandai a casa un disegno. Tempo dopo, ad una cena, incontrai il padre. Eco si avvicinò e mi fece la ramanzina: “Potevi essere meno esplicito”».

Continua:

«Francamente non capisco perché ancora oggi continui ad esserci una profonda, culturale e naturale censura dell’eros e non della violenza. Prenda una qualunque serie televisiva. Donne fatte a pezzi, corpi maciullati, pistole. Nessuno dice nulla. Un’immagine erotica, invece, fa scalpore, non si può far vedere. Con il risultato che Internet è diventato il luogo chiave della pornografia. Perché le cose che girano in Rete sono pornografia, non eros».

Racconta anche un aneddoto sulla sua amicizia con Fellini.

«Mi telefonò quando vide un mio disegno su Epoca che raffigurava uno dei suoi famosi sogni. Lo colpì perché non misi la parola “fine”, cosa che lui odiava: gli ricordava quando, da ragazzino, si rifugiava nella magia del cinema e ad un certo punto sullo schermo compariva inesorabile la scritta “The end”. Le racconto un aneddoto. Una volta raggiunsi lui e Giulietta a Chianciano, dove stavano “passando le acque” come si diceva una volta. Lavorammo fino a tardi, tanto che tornare a Milano per me sarebbe stato difficile. Federico cominciò a cercarmi una stanza in albergo ma il suo era tutto pieno e così anche gli altri. Allora fece portare una branda in camera loro e così io dormii una notte con Federico e Giulietta, nella stessa stanza. Fu surreale ma capii una cosa: io avevo la stessa età del figlio che loro avevano perso. Gli mancava moltissimo».

 

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