È sgraziato e anche per questo fa impazzire gli spalti che lo invocano. I suoi compagni che ormai pensano di risolvere la partita passandogli il pallone
Il Maradona Stadium sembrava il Colosseo, domenica pomeriggio. Il nome del Gladiatore veniva scandito dalle curve alla Posillipo e ai distinti. E quando dopo il gol è andato a festeggiare sotto la curva, Victor Osimhen sembrava che lievitasse. Il primo anello sempre vuoto era impazzito come quando un formichiere attacca la tana.
È lui l’erede. Sì dopo Maradona ci sono stati grandi campioni e per ultimi Higuain, Cavani, Lavezzi. E poi Ciro Mertens. Ma l’innamoramento di Napoli e del Napoli per questo scugnizzo nigeriano di 22 anni è totale.
Napoli si conferma una città viscerale, solidale, antirazzista. Ha sempre avuto un debole per gli “americalatini”. Ricordate Altafini, Sormani, lo stesso Sivori. E poi i Careca, l’immenso Maradona, e Higuain? Tutti, li ha saputo amare, Napoli. Ma adesso la città è esplosa per Victor. Il solo chiamarlo, invocarlo, gridarlo per nome implica una complicità fraterna totale.
È sgraziato come si muove e proprio per questo fa impazzire gli spalti. E anche i suoi compagni che ormai pensano di risolvere la partita passandogli il pallone. Non si diceva “San Gennaro piensaci tu?”. Oggi è Victor, il nuovo protettore laico del Napoli e di Napoli. E a noi piace così.