L’allenatore del Napoli all’inaugurazione del Centro Sportivo Diocesano: «la differenza la fanno la disponibilità, l’impegno, la voglia di stare insieme, ma soprattutto la libertà di poter esprimere i sogni e la gioia di vivere».
Siamo ad Acerra, dove nel lontano 1985 Maradona giocò una storica partita di beneficenza per raccogliere i fondi necessari all’operazione di un bambino, Luca Quarto, che soffriva di una rara patologia alla bocca.
Siamo ad Acerra dove oggi c’è un’altra iniziativa benefica di notevole importanza: viene inaugurato, grazie alla Diocesi e ai fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica, il Centro Sportivo Diocesano, a via Nino Bixio. Nel cuore del centro storico ma in un quartiere difficile, complesso. Un campo di calcio, un campo polivalente per il basket e la pallavolo. E una struttura moderna, a disposizione soprattutto dei più giovani, e in particolare di quelli che vivono difficoltà socio-economiche, che ne hanno più bisogno.
All’iniziativa, fortemente voluta dal Vescovo e dalla Diocesi tutta, partecipano, orgogliose, le istituzioni, dal sindaco Raffaele Lettieri alla consigliera regionale del territorio Vittoria Lettieri, dal consigliere regionale Mocerino (in rappresentanza dell’assessore regionale Fortini) al senatore Urraro. Non solo istituzioni: c’è – a portare il messaggio di uno sport diverso – Andrea Lorentini, dell’Associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel, e Simone Culeo, responsabile del settore giovanile del Benevento Calcio.
Ma la notizia a sorpresa è che partecipa Luciano Spalletti. Che in mezzo a decine di bambini festanti – che non s’aspettavano di conoscere l’allenatore del Napoli – lancia il suo messaggio di speranza: “si fanno i complimenti alla Diocesi e alle istituzioni per aver messo su questa struttura, ma sappiate – e si rivolge ai bambini, ricordando che bambini sognanti erano pure Koulibaly, Insigne e Osimhen – che questa è la scatola che loro vi mettono a disposizione. Il regalo dentro dovete metterlo voi, attraverso la disponibilità, l’impegno, la voglia di stare insieme, ma soprattutto la libertà di poter esprimere i sogni e la gioia di vivere. Noi crediamo molto nel vostro futuro”.
Alla vostra età ho cominciato a giocare su questi campetti, anzi il mio era decisamente peggiore di questo. Non sono riuscito a diventare un calciatore importantissimo, ma ho continuato a credere di poter avere successo nel calcio ugualmente. Mi sono impegnato molto e attraverso l’impegno ci sono riuscito. Se l’ho fatto io, potete farlo sicuramente anche voi.
Credere nel futuro, credere nei sogni. Impegnarsi per realizzarli. Soprattutto nei contesti più difficili. Questo il messaggio di Spalletti, che ha dato un gran segnale con la sua partecipazione, ma anche il proposito del Vescovo Mons. Antonio Di Donna, che ha voluto dedicare il centro sportivo ai ragazzi che in questi anni sono scomparsi a causa di patologie legate all’inquinamento ambientale. E quindi a Marco, che giocava a basket, a Stefano, che giocava a calcio, a Pasquale, campione in erba di karate, e a tutte e tutti gli altri. È un tema sentito in una città ricca di storia e cultura ma che ospita malvolentieri l’inceneritore più grande d’Europa e che si trova al centro del cosiddetto triangolo della morte. Il Vescovo ha ringraziato coloro che hanno lavorato al progetto ed in particolare Vincenzo Castaldo, il direttore della Pastorale Diocesana dello Sport, che ha riferito che il Centro nasce in un quartiere oggi degradato per affiancarsi al Centro Caritas ed accogliere non solo con iniziative laboratoriali e di doposcuola ma anche con attività sportive i tanti ragazzi a cui troppe volte la vita non concede opportunità, per motivi sociali, culturali o familiari.
Promuovere un’altra idea di sport per migliorare la società. È il messaggio solidale di cui anche l’allenatore del Napoli s’è fatto portatore oggi, in una giornata importante per la città di Acerra. Una città che si è emozionata quando, con in braccio uno dei bambini intervenuti, Spalletti si è detto sempre più contento di indossare i colori azzurri.