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Donati: “Schwazer è stato sportivamente ucciso, il sistema è arrogante e cerca sotterfugi”

Parla il suo allenatore a Sky Sport: “A Rio avrebbe vinto tutte e due le gare. A Tokyo sarebbe arrivato meno forte ma avrebbe vinto lo stesso”

Donati: “Schwazer è stato sportivamente ucciso, il sistema è arrogante e cerca sotterfugi”
archivio Image / Sport / Alex Schwazer / foto Imago/Image

Sandro Donati, allenatore di atletica leggera e di Alex Schwazer, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky Sport.

Il sistema sportivo si rifiuta di confrontarsi col sistema giudiziario, se è controparte è fuori dal suo ruolo, è abituato a comandare. È arrogante e cerca sotterfugi di ogni tipo.

Al termine di perizie e udienze in cui le istituzioni sportive, che non difettano di danari, hanno schierato un numero impressionante di avvocati e periti, un giudice ordinario è giunto alla conclusione che Schwazer non ha commesso il fatto. E che la controparte ha operato delle falsificazioni.

Un’ora prima del controllo Schwazer aveva terminato di deporre contro dei medici, era un testimone pericoloso, e andava reso poco credibile agli occhi del giudice. Dopo aver eliminato lui hanno pensato di togliersi dalle scatole anche me, che parlavo del doping in maniera chiara.

Schwazer è stato ucciso dal punto di vista sportivo, era in depressione, assumeva farmaci importanti. Uno gli era stato prescritto da un medico federale via mail. L’ho affidato ad uno psicologo mio amico. Non aveva una depressione strutturale, pagava il prezzo di quello che gli è successo.

A Rio avrebbe vinto tutte e due le gare con un margine importante. A Tokyo sarebbe arrivato meno forte ma avrebbe vinto lo stesso. Ora non se la sentirebbe più. La lotta al doping oggi è nauseante.

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