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La mia gratitudine a Mario Rui: non ha spunti eccezionali ma sceglie solo di farsi il mazzo

Sarri ha chiarito sul campo che non è di destra: è un sicuro fautore del suicidio assistito. A ogni gol preso, la difesa si alzava di un paio di metri

La mia gratitudine a Mario Rui: non ha spunti eccezionali ma sceglie solo di farsi il mazzo
Napoli 28/11/2021 - campionato di calcio serie A / Napoli-Lazio / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: esultanza gol Dries Mertens

Mancava ed è alfine giunta, la grande serata, chiosa di un fine novembre funereo.

Aveva iniziato a esalare effluvi di prima putrefazione la costruzione da dietro a Milano, per mano e dal piede sapiente del mai abbastanza rimpianto Bakayoko. Il Sassuolo aveva ringraziato col sorriso di colui che si vede servito il settebello a terra da chi, con grazia, ti chiede anche scusa per il disturbo.

Aveva proseguito il resto della truppa con la celebrazione attesa più del venturo Natale, in città e non solo: il memoriale della morte del più grande di sempre. Il meglio delle menti partenopee si era prodotto in una tenzone non da poco, al cui vincitore veniva garantito il privilegio di trovare le parole più sante e le similitudini più sacre da adoperare in questi cruciali momenti. Così si sono ascoltati paragoni con JFK e Elvis fioccare dal cielo, cuori grandi e bambini in festa. Della realtà nessuna traccia, mentre in tribuna faceva capolino l’intellighenzia artistica cittadina – i migliori comici, i migliori cantanti, tutti i migliori. La realtà dice che la nostra gioia di anzianotti degli anni ottanta, col fiato lungo per il colesterolo alto e l’ansia senile da interpretazioni, ha trovato finalmente requie (ho letto una decina di commenti già stilati e strutturati su un film sulla mano di Dio che ancora non è uscito, siamo nell’era dell’incoronazione del commento a giudice supremo e del fatto servo della gleba) e c’è ancora tempo e vita per costruire gioie altre, nuove, diverse.

All’appuntamento non è voluto mancare il Mister Sarri, che sceglie Napoli per fugare una volta e per sempre i dubbi circa il suo progressismo macchiato in terra laziale: l’allenatore ha dimostrato sul campo di essere un sicuro fautore del suicidio assistito – la difesa si alzava sul terreno di gioco di un paio di metri e mezzo ad ogni gol preso, tanto che se Mario Rui avesse beffato Reina ci saremmo trovati il portiere, nonché leader dello spogliatoio biancazzurro, a ridosso degli undici metri napoletani.

A tal proposito: Mario Rui. Il mio affetto e la mia gratitudine vanno a questo atleta, medio quasi in tutto, al quale è stato da sempre chiesto l’impossibile, al quale non è stato mai perdonato nulla. Mario Rui è una entità ignota al calcio cittadino e forse alla stampa nazionale – una persona che non ha spunti eccezionali ma sceglie solo di farsi il mazzo. Ringraziamolo e ringraziatelo, perché questo campionato, privo di campioni, può da stasera vincerlo una squadra senza campioni come il Napoli. Una compagine di ragazzi che non vuole morire per un’idea, tutto sommato ha poco a che fare con i nostri morti e sa raccontare qualcosa di buono – che, per vincere, avere buoni giocatori, con qualche eccezione ottima, può essere sufficiente.

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