ilNapolista

Matthäus: «Nell’Inter e nel Napoli non ci sono calciatori che ammiro particolarmente»

Alla Gazzetta dello Sport. «Maradona era il migliore. La Serie A era il campionato più competitivo al mondo. C’erano grandi campioni e molto più equilibrio»

Matthäus: «Nell’Inter e nel Napoli non ci sono calciatori che ammiro particolarmente»
1990 archivio Storico Image Sport / Inter / Lothar Matthaus / foto Aic/Image Sport

«Diego era il migliore di tutti, una festa anche in campo. Ho molti ricordi, anche intensi, legati a lui: è andato via troppo presto». Così Lothar Matthäus su Maradona a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Dieguito e da Inter-Napoli, la sfida che li vedeva in campo a contendersi scudetti tra la fine degli anni 80′ e l’inizio degli anni 90′.
Amici ma anche avversari, dunque, pure in quelle indimenticabili finali dei Mondiali (86′ e poi 90′) tra Argentina e Germania.

Maradona un generoso, coi compagni e con gli avversari.

Non ho mai giocato in squadra con lui se non in occasione della partita d’addio di Platini, ma che Diego fosse un generoso era risaputo. La squadra giocava per lui non perché lui si imponesse, ma perché sapevano tutti che facendolo avrebbero vinto. Fuori dal campo discuteva con il presidente del Napoli per i premi dei compagni. Si affidavano a lui per qualsiasi cosa. Ma da Van Basten a Beckenbauer fino a Cristiano Ronaldo, credo sia normale che la squadra giochi per questi campioni. Perché è evidente che vincere con loro è più facile.

Su Inter – Napoli oggi, una sfida cruciale per gli equilibri del girone d’andata del campionato. Anche oggi da scudetto, insomma, ma senza i campioni di un tempo.

Onestamente non ci sono giocatori che ammiro particolarmente, né da una parte né dall’altra. In entrambi i casi è il collettivo che emerge. Non ci sono i Matthäus o i Maradona. Mi piaceva Lukaku, era uno che faceva la differenza, la sua cessione è stata pesante. Con Lautaro e Dzeko ci sono buoni giocatori, ma nessuno che faccia sempre la differenza.

Infine, sulla Serie A di quest’anno.

Ai miei tempi lo scudetto era conteso fra diverse squadre: dal Verona all’Inter lo vinsero 5 club in 5 anni. Quello era equilibrio, quella era incertezza. Ora è tanto che non c’è lotta per il titolo. All’epoca il calcio era più emozionante per i tifosi. La A era il campionato più competitivo al mondo. Era un onore parteciparvi. Una settimana giocavi contro Van Basten, quella dopo contro Maradona, poi Baggio, Vialli e Mancini. Era stimolante potersi confrontare con questi campioni. Gli anni che ho vissuto in Italia sono stati i migliori, dal punto di vista emotivo e professionale.

ilnapolista © riproduzione riservata