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Panatta: «Feci una figuraccia con Mina. Mi telefonò e pensai a uno scherzo, risposi: “Sì, e io sono la Vanoni…”»

A Libero: «L’infortunio di Berrettini? Un inconveniente che capita in questo tennis esasperato. Persi un torneo per colpa di Tognazzi, passai la notte a soccorrerlo mentre vomitava»

Panatta: «Feci una figuraccia con Mina. Mi telefonò e pensai a uno scherzo, risposi: “Sì, e io sono la Vanoni…”»
An Milano 15/04/2011 - iniziativa 'Un campione per amico' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Adriano Panatta

Libero intervista Adriano Panatta. Commenta l’infortunio di Berrettini alle Atp Finals.

«In questo tennis esasperato sono inconvenienti che capitano. Il corpo è sollecitato oltre misura e può risponderti anche così. In malo modo».

Per lui se non vincerà Djokovic, cosa che considera improbabile, i favoriti sono Medvedev o Tsitsipas.

E Alcaraz? E Sinner?

«Sono il futuro prossimo del tennis. Devono studiare bene il copione».

Gli viene chiesto se ha mai fatto una brutta figura, nella sua vita. Risponde:

«Una epocale con Mina. Erano tempi in cui mi squillava sempre il cellulare. Un giorno, a Forte dei Marmi, l’ennesimo esasperante trillo: ciao Adriano, sono Mina. E io: sì, e io sono Ornella Vanoni… Le chiusi il telefono in faccia».

Vero che Tognazzi ti fece sfumare un torneo?

«Ugo e Villaggio mi telefonarono prima di un match decisivo a Montecarlo: Adriano, ceniamo insieme alle 20 così vai a letto presto. Arrivarono a mezzanotte! Mangiammo all’una, poi ho passato la notte a soccorrere Ugo che vomitava nelle aiuole del Casinò. Il giorno dopo Vilas mi ha massacrato».

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