POSTA NAPOLISTA – Il vero carattere lo ha mostrato l’Inter, giocando affamata di vittoria, combattendo con ardore su ogni pallone
Beware, for I am fearless, and therefore powerful
Temevo che all’indomani della sconfitta si sarebbero riproposti i se ed i ma tipici di chi mal digerisce una dura lezione. “Se Mertens fosse entrato prima”, “Se avessimo giocato come negli ultimi minuti”, “Se Insigne fosse stato sostituito…”. Qualcuno ha persino parlato di carattere (“Napoli, il carattere c’è”) per come negli ultimi minuti gli azzurri abbiano un paio di volte sfiorato il pareggio. Cominciamo da quest’ultima osservazione: il vero carattere lo ha mostrato l’Inter, giocando affamata di vittoria, combattendo con ardore su ogni pallone, e incrementando i giri del motore non appena subito il gol. Vittoria strameritata degli uomini di Inzaghi.
L’approccio del Napoli, come sovente accade, è di chi pensa che essere a novembre in vetta alla classifica sia già sufficiente per considerare l’annata straordinaria. Sono bastate otto giornate a punteggio pieno, un bel pareggio a Leicester, una vittoria su una Juve decimata, per innescare una forse eccessiva euforia e sentirsi già appagati. Si arriva a giocare una partita fondamentale, alla Scala del calcio, con la pancia piena, senza né la voglia né la personalità di chi vuole veramente mostrare il proprio valore.
I venti minuti finali sono di ben poca consolazione. Quando non si ha nulla da perdere, si ha meno paura di sbagliare, ci si prende qualche rischio in più, si tenta la giocata, e noi di gente dai piedi buoni ne abbiamo parecchia. Ma la prestazione di ieri, peggiore di quella offerta lo scorso anno dal Napoli di Gattuso, potrebbe a mala pena soddisfare una squadra di provincia.
Sia ben chiaro, non è solo un problema di testa. La squadra ha diversi limiti, su tutti l’incapacità di arginare avversari di gamba. È successo a Leicester, è successo a Roma, è successo anche ieri. Quando vi sono incursori o esterni dotati di un certo passo, il filtro Anguissa-Fabian, nel contesto di una squadra che appare talvolta sbilanciata, buca troppo facilmente, e il Napoli finisce col rischiare anche in partite che sembrano in pieno controllo.
Ma se ai limiti tecnico e tattici si potrebbero apportare opportune correzioni, il limite mentale mi sembra decisamente più difficile da risolvere: “Beware, for I am fearless, and therefore powerful”. Provate a confrontare l’impeto di Perisic, Darmian o Calhanoglu con la prova compassata di Fabian. Provate a confrontare la carica di Bastoni con lo sguardo persino spaventato di Rrahmani. Non tutti i nerazzurri sono fuoriclasse, anzi, alcuni di essi su palcoscenici internazionali risultano persino piuttosto goffi, mentre – giova ricordarlo – tra i titolari azzurri vi sono anche due protagonisti della magica notte di Wembley. Eppure ieri, al cospetto del Napoli, i nerazzurri sembravano tutti giocatori di grande spessore e autorevolezza. Contro nessun altro avversario ho riscontrato quest’anno una tale prova di forza da parte dell’Inter.
E dunque, ancora una volta, c’è da interrogarsi su un problema atavico del Napoli. Perché questa squadra sembra non crederci mai? Come si può approcciare una partita di cotanta importanza con tale sufficienza? Come se il primato in classifica fosse un peso di cui liberarsi al più presto, il Napoli palesa le proprie incertezze ogni qual volta si intravedono orizzonti di gloria.
Milan, Inter e Juve sono certamente buone squadre, ma nulla rispetto alla corazzata di cui disponeva Allegri nel 2018. Il Napoli ha chances concrete per vincere, ma dopo la timida prova di ieri mi domando se i giocatori ne siano veramente convinti. Vi sentite all’altezza di questo primato? Avete veramente voglia di arrivare fino in fondo? E allora è necessario che nessuno – Spalletti incluso – si sottragga alle proprie responsabilità, e che i leader si prendano gli oneri che competono ai leader. Un nuovo patto scudetto, non solo quando si scende in campo, ma anche e soprattutto quando la partita si prepara, affinché prestazioni pavide come quella di ieri, senza un’idea di fondo, con alcuni calciatori spaesati, deconcentrati, e una squadra nel complesso poco compatta, non si ripetano più. Vi sono degli avversari e potrebbe comunque non bastare, ma con coesione, forza e coraggio, sicuramente ci regalerete una meravigliosa cavalcata scudetto.