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Dalma Maradona: «Dopo il colloquio con Manfredi, spero di poter filmare lo stadio che porta il nome di papà»

Sulla Gazzetta. «Emozionante tornare qui. Avrei voluto incontrare Insigne, ma il Napoli mi ha impedito di intervistarlo per il documentario»

Dalma Maradona: «Dopo il colloquio con Manfredi, spero di poter filmare lo stadio che porta il nome di papà»
1989 archivio Storico Image Sport / Napoli / Milan / Diego Armando Maradona-Marco Van Basten / foto MB/Image Sport

«In questi giorni tutti i tifosi mi chiedono perché non posso entrare nell’impianto che porta il nome della mia famiglia. Del presidente De Laurentiis e dei “no” del Napoli preferisco non parlare. Confido ancora comunque di poter varcare i cancelli dello stadio. Dopo il colloquio avuto giovedì con il sindaco Manfredi, che si è dimostrato disponibile, voglio essere ottimista e spero di poter filmare quel luogo magico dove papà fece felice una città intera, un popolo che lo porta nel cuore. Comunque sia, nessuno potrà più intaccare il mio amore per Napoli».

Aveva fatto rumore, nei giorni scorsi, il diniego (del Comune e del Napoli) alla richiesta di Dalma Maradona, la figlia di Diego, di girare delle scene del suo documentario, “La Hija de Dios”, presso lo stadio che porta il nome di suo padre.
Oggi Dalma, in visita a Napoli, ha rilasciato un intervista alla Gazzetta dello Sport, affrontando questi temi e non solo. Nella casa a via Scipione Capece, d’altronde, mosse i primi passi. E non nasconde una certa emozione.

«Le sensazioni sono incredibili. Davvero difficili da spiegare sino in fondo. Oggi giravo per il centro storico con mio marito e la nostra piccola Roma, di due anni e mezzo, e mi rivedevo in lei. Avevo la sua età quando vivevo a Napoli. Quando sarà grande spero che potrà tornare ancora qui e provare emozioni simili alle mie, per capire quanto immenso sia stato suo nonno Diego»

A Dalma suo padre «ha insegnato a tifare per il Napoli». Domenica c’è Napoli-Milan.

«In questi giorni ho conosciuto diversi dei vecchi compagni di papà, quasi in lacrime vedendo una donna che avevano tenuto in braccio da bambina. Dei campioni di oggi ammiro soprattutto Insigne. Avrei voluto incontrarlo perché so che ha un grande tatuaggio di papà sulla coscia. E ho molto gradito le sue parole di stima nei confronti del campione e dell’uomo che è stato Maradona. Purtroppo il Napoli mi ha impedito di intervistarlo per il documentario».

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