Dopo decenni di privilegi, la Padania si risveglia smarrita all’indomani di un gol giustamente annullato. In tv il circo di nani e ballerine non si dà pace
Uno spettro si aggira per tutto il territorio della Padania.
Anzi, tanti spettri, molti di più di uno solo.
Gli spettri delle cadute, anzi delle rovinose cadute di dignità, di professionalità, di buon senso, di obiettività che ha coinvolto centinaia di onesti (fino a prova contraria) lavoratori dei media, di quelli, in particolare, che si occupano del gioco del calcio.
Le cadute, provocate da un irresistibile bisogno di arrampicarsi sugli specchi, hanno coinvolto masse di opinionisti della domenica (absit iniuria, lo dico solo perché lo fanno di preferenza la domenica sera), conduttori e conduttrici, ex-arbitri in servizio permanente effettivo, comici, nani, ballerine, giocolieri e varia umanità, tutti ‘convenuti dai monti e dai piani’ per dimostrarci che il gol del Milan non andava, mai e poi mai, annullato.
Per tutta la notte sono stati avvertiti, finanche nella guazza della pianura, gli stridii delle unghie che cercavano un improbabile appiglio che gli specchi, per loro natura, non potevano offrirgli e i conseguenti rumorosi tonfi delle cadute che si susseguivano non appena qualche, sia pure minoritario, sano di mente, infiltrato nel consesso degli arrampicatori, tentava, con ragionevolezza, di distoglierli dal ‘Va pensiero’ che continuavano ad intonare petto in fuori, per riportarli a una più sana e laica interpretazione guardando i fatti accaduti.
Abbiamo udito voci umane che si rincorrevano tra le laboriose valli pedemontane, la cui èco ci restituiva un’accorata quanto ineffabile richiesta di giustizia.
Dal Piemonte si udiva uno squillo: “Non avrei mai creduto di dover vedere, alla mia età, concedere un fuorigioco per un uomo steso a terra!”, e dal Veneto rispondeva un altro squillo “…Più che partecipare all’azione (il calciatore in fuorigioco), sembra subire la posizione del difensore sopra di lui”.
E nessuno si chiedeva come mai i due si trovassero stesi a terra.
Con l’evolversi del dibattito negli studi televisivi, nella carta stampata e nelle testate on-line, appariva sempre più chiaro che la materia del contendere non riguardasse l’annullamento o meno del gol viziato da due lampanti irregolarità: prima, la presa da Wrestling di Giroud sul collo di Juan Jesus e, seconda, la conseguente caduta dei due con il francese che, dopo essersi tirato addosso il brasiliano, restava in fuorigioco, disturbando anche il calciatore del Napoli e impedendogli di rialzarsi.
Appariva chiaro, a questo punto, che la vera contesa, non concerneva più un’improbabile, quanto irragionevole, “richiesta di giustizia”, ma interpretava pienamente lo stupore e l’incredulità per “un’ingiustizia non commessa”.
Ma come?… – sembravano dire gli occhi, le voci accorate, le espressioni gementi – Noi non siamo avvezzi a questo tipo di “giustizia” che nelle nostre menti diventa profonda “ingiustizia”.
E lo diventa proprio in quanto noi del Milan abbiamo la consapevolezza di far parte di quella triade, assieme a Juve e Inter, che, negli ultimi trent’anni, si è divisa ben ventotto scudetti, tra gli applausi della stragrande maggioranza di tutto il circo mediatico che si occupa del fenomeno “calcio”.
E come pensate sia potuto accadere tutto ciò? Con la nostra forza economica? Forse nel passato, ma oggi siamo le tre Società più indebitate d’Italia. Nel contempo, però, abbiamo dalla nostra parte l’incondizionato sostegno del succitato circo.
Ora, dopo che per decenni ci avete, in ogni occasione, confermata la validità indiscutibile delle nostre prerogative e dei nostri privilegi, interpretando le norme secondo le convenienze del momento e dei soggetti interessati, con il pieno avallo del circo.
E dopo che si era consolidata negli anni una consuetudine – e la consuetudine, sappiamo, può avere talvolta forza di legge – sulla ipotesi che una norma potesse, su episodi identici, avere interpretazioni diverse, anche diametralmente opposte, in base alla caratura dei contendenti.
Ed anche in questo caso non è mancato il decisivo contributo del nostro devoto circo.
Dopo tutto questo, ora ci fate lo sgarbo di considerarci sottoposti, come tutti gli altri, ad una interpretazione autentica, e uguale per tutti, di leggi e regolamenti.
Ma vi rendete conto che, con questa decisione, siamo in presenza di una vera e propria Rivoluzione?
Che sarebbe mai successo se fosse stato convalidato un gol non valido?
È capitato tante volte.
Certo, ci sarebbero state vibranti proteste da parte dei danneggiati.
Ma sarebbe intervenuto con tutta la sua potenza di fuoco il nostro circo e avrebbe messo a tacere tutte le proteste con una parola sola: piangina!
È stato già sperimentato e ha sempre funzionato.
Vuoi vedere che ora tocca a noi fare i piangina?