Se ne parlerà nelle feste e metterà in secondo piano l’altro argomento del giorno: l’opportunità di procurarsi un dromedario da allevare in terrazza
FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA 18° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2021-22
Terremoto.
Epicentro fra Bergamo e Milano.
Crepe sul campionato.
Mou manda a scuola il Gasp e la Dea crolla all’Azzurri d’Italia.
Una caduta che fa rumore dopo sei vittorie di fila.
Zaniolo e Abraham volano nelle praterie lasciate incustodite dall’incauto mister bergamasco.
Poi al resto ci pensa il trio difensivo che è una muraglia invalicabile.
Ne becca quattro e dovrebbe riflettere sui propri errori.
Sulla incapacità di gestire l’infinita qualità sulla trequarti e in attacco. Su una fase difesa molto vaga.
E invece no.
Fermatelo il Gasp scatenatissimo a fine gara.
Rischia figuracce memorabili. Sull’interpretazione del fuorigioco attivo. Argomento che crea un filo rosso fra le due gare più attese.
Fermatelo.
Perché rivela in tutta evidenza di non aver mai letto il regolamento.
Ma è sempre così.
Quando vince fa il finto simpatico. I sorrisini, gli occhiolini, la vocina dolce.
Ma il vero Gasp, quello autentico è questo qui.
Quello dopo una batosta.
Quando perde, lui è solo un brutto rospo gracchiante abbuffato di rabbia.
Riaperta la corsa al quarto posto, ne approfittano gli ergastolani che non si perdono nella fantozziana atmosfera di Bologna.
Scendono in campo con l’undici più scarso degli ultimi dieci anni.
Ma di fronte si ritrovano solo i fantasmi di Filini.
Segni lei?
Segna Morata su assist del Berna.
Si sprecano i superlativi per la giocata del discusso centrocampista toscano.
E si tace l’assist parimenti geniale di Orsato, che non vede il precedente fallo netto di Cuadrado su Svanberg.
La nebbia rende meravigliose tutte le cose, sospirava Oscar Wilde.
Talmente scontata la vittoria a mani basse Suninter all’Arechi che risulta superfluo cercar parole.
Molte invece se ne dovrebbero trovare, e molte di indignazione, per la vicenda proprietaria del club granata nelle mani tuttora di quel fulgido esempio di patriota che risponde al nome di Lotito Claudio.
Entro il 31 dicembre dovrebbe trovare un nuovo proprietario che acquisti il 100 per cento delle sue quote.
Se non succederà, rischia penalizzazioni e perfino l’estromissione a stagione in corso.
Non succederà. Perché non riesce a trovare acquirenti validi, si giustifica il poverino.
Ma non rischia nulla lo stesso.
L’assemblea di Serie A in settimana gli ha concesso una nuova proroga.
È la solita soluzione all’italiana che rende tutto il sistema sempre più ridicolo.
Una farsa che si veste di tragedia per i tifosi salernitani.
Terremoto a Milano.
A San Siro Brillantina torna in panchina e manda in campo quelli che restano.
L’ha preparata per bene e per bene ha preparato quelli che restano.
Ha detto loro del Vesuvio da scovare dentro l’anima e chissà quali altre diavolerie.
Ma quelli che restano gli credono.
E vanno in campo con motivazioni nuove e con una determinazione mai vista.
Alla prima occasione il Signorinello Pallido, campione spesso sottovalutato, serve in area il Diamante Grezzo di Macedonia che è lì e la mette dentro.
Il resto della partita è la difesa eroica del vantaggio.
Perché ognuno di quelli che restano è un eroe in campo.
Dal Cavolfiore giallo ad Anguissa.
Dal magnifico Kosovaro che annienta niente di meno che Ibra, al sontuoso Jesus elegante e tempestivo che fa dimenticare l’Imperatore Nero.
Da Charlie Brown Lobo, che quando entra comanda da dominatore il centrocampo, al Petagnone, che difende di fisico ogni pallone e gli perdoni anche l’errore sul possibile raddoppio.
Nel recupero l’episodio di cui si parlerà nelle cene di Natale e di Capodanno e metterà in secondo piano l’altro argomento del giorno.
L’opportunità di procurarsi un dromedario da allevare in terrazza per uniformarsi alla moda corrente.
Fuorigioco attivo.
Può essere considerato attivo un calciatore in posizione orizzontale? Conosco gente che in quella posizione dà il meglio di sé.
La notizia è che il Var per una volta è con noi.
In quella decisione c’è tanta roba.
Il rigore negato per la vittoria contro i Sangue Oro.
Il placcaggio di Osi contro il Verona.
La mano di Duvan nell’azione del primo gol bergamasco.
C’è anche la sfiga in quella decisione.
Il tiro alla Madonnina dell’Amore Nostro sul finale contro i Suninter.
La carambola di Cutrone.
È una vittoria emozionante.
Le mie coronarie ringraziano.
È una vittoria pesantissima.
È la vittoria di quelli che restano.
Di questi eroi descritti da Elisa e De Gregori.
È la vittoria delle seconde scelte.
E, se vogliamo esagerare nella retorica, è la vittoria degli ultimi.
Il Napoli agguanta i Diavoli e si candida a unica antagonista dei nerazzurri che veleggiano indisturbati.
Ora ci sarà da combattere il “mostro invisibile”.
Che non è la variante Omicron che ha 24 varianti, più di Salvini e del Bomba, per intenderci.
Ma la Coppa d’Africa.
Prima o poi saremo al completo, e allora ce la giocheremo.
Terremoto.
La Ferragni ne approfitta. Scende in piazza e dichiara all’orbiterraqueo globo: “Mai vista una cosa simile”.
Pensavo che Fedez fosse più vispo.