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Il figlio di Paolo Rossi: «Intitolate a mio padre lo stadio Olimpico»

Al Corriere del Veneto: «Ho capito a 6 anni la sua grandezza. Quando mi accompagnava a scuola lo fermavano tutti, lo chiamavano dalle finestre, gli stringevano la mano»

Il figlio di Paolo Rossi: «Intitolate a mio padre lo stadio Olimpico»
An Milano 10/09/2014 - photocall presentazione stagione televisiva 2014-2015 di Sky e Fox / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Paolo Rossi

Il Corriere del Veneto intervista Alessandro Rossi, figlio di Paolo, il mitico Pablito Rossi.

«Non c’è giorno che non pensi a lui, ogni sera aspetto una sua telefonata come una volta quando mi chiamava per sapere come stavo, come andava con il lavoro e a volte anche per risolvere qualche problema».

Si dice contento di tutto l’affetto riversato su Paolo dopo la sua morte, ma manca ancora qualcosa: che gli sia intitolato uno stadio.

«Ho visto molto affetto da parte di tutti. Se però devo evidenziare una cosa che non è stata fatta quella è l’intitolazione di uno stadio. E se penso ad uno stadio che più di tutti sarebbe adatto per ricordare cosa ha rappresento mio padre per l’Italia, quello è lo stadio di Roma. L’Olimpico per me dovrebbe diventare lo stadio Paolo Rossi».

Quando ha capito la grandezza di suo padre?

«Più o meno a 6 anni. La mia scuola distava da casa circa 400 metri, quando mi accompagnavano la mamma e la nonna ci arrivavo in pochi minuti, quando mi portava lui il viaggio durava anche oltre un’ora. Lo fermavano tutti, lo chiamavano dalle finestre, gli stringevano la mano. È lì che ho capito che avevo un papà speciale».

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